LECCE- “Primo passo importante, ma ora impegniamoci per eliminare l’assurdo vincolo della termoterapia. Per lavorare tutta la produzione idruntina (11,5 milioni di barbatelle) sono necessarie almeno 6 macchine”. Dopo il via libera dall’Europa alla commercializzazione delle barbatelle made in Salento, l’Ordine degli agronomi della provincia di Lecce è chiaro: è “Un provvedimento che, rispetto al timore di una conferma dell’embargo, non può che essere accolto favorevolmente”, dice il presidente Rosario Centonze. Rischiavano l’asfissia totale le circa 40 aziende del comprensorio idruntino.
Ma l’obbligo di sottoporre a termoterapia tutte le barbatelle in uscita dal Salento non sarà una cosa da poco. Si tratta di una sorta di pastorizzazione in acqua calda per abbattere la carica batterica. E ciò “costituisce un notevole aggravio di costi – dice Centonze – ed allunga inevitabilmente i tempi della commercializzazione. La macchina per questo di tipo di trattamento ha un costo tale, circa 180mila euro, che non tutte le aziende possono permetterselo.
E’ stato stimato che un apparecchio simile può trattare circa due milioni di barbatelle nel periodo della commercializzazione. Dunque, per poter lavorare tutta la produzione annuale occorrerebbero non meno di 6 macchine. Per questo – conclude il presidente dell’Ordine – ci auguriamo che sia solo un obbligo temporaneo e chiediamo a tal proposito che il mondo scientifico intensifichi la propria attività di ricerca in modo da fornire prove inequivocabili alle istituzioni europee sulla invulnerabilità della vite a xylella fastidiosa”.
