Cronaca

Mazzette per facilitare smaltimento illecito di rifiuti: Forestale nella bufera. Nei guai anche due leccesi

BRINDISI- Le mazzette prendono la forma di olio, mozzarelle, ricariche e soldi, almeno duemila euro. Tangenti in cambio di soffiate per consentire lo smaltimento illecito di rifiuti nelle campagne.
E’ bufera sul Corpo Forestale di Brindisi: con l’accusa di corruzione, sono finiti in carcere un agente e un imprenditore. Ma nei guai ci sono anche altri due agenti leccesi e due brindisini, per uso improprio del cellulare di servizio o falsificazione dei turni per gonfiare lo stipendio. Per loro quattro sono stati disposti gli arresti domiciliari.

Si tratta di Domenico Galati, 40 anni, di Surano, e Giovanni Bray, 37 anni, di Martignano, oltre che di due ostunesi, Massimo Rosselli, 41 anni, e Giovanni Rosselli, di 45.

Figura di spicco, secondo gli inquirenti, è quella di Gianfranco Asciano, 41 anni, di Brindisi, “colui che del delicato ruolo ricoperto ha fatto uso per soli ed esclusivi fini personali”. I colleghi, però, sapevano del suo agire: le intercettazioni riportano loro commenti circostanziati fatti in sua assenza. Tutto scritto nero su bianco nell’ordinanza del gip Paola Liaci. Asciano è ora dietro le sbarre, assieme all’imprenditore Vittorio Greco, 55 anni, nato a Bitonto e residente a Brindisi. A lui avrebbe rivelato in anticipo i turni di servizio delle pattuglie, i loro orari di uscita e di rientro, rendendo così possibile il trasporto illecito e l’abbandono incontrollato dei materiali di risulta di lavori edili. Un inquinamento documentato, con tanto di foto, dai carabinieri. Sono stati loro a eseguire le indagini, coordinate dal pm Milto Stefano De Nozza.

A dare il via sono state le dichiarazioni di un altro imprenditore edile, Giuseppe Caputo, 75 anni, di Tuturano, anche lui indagato a piede libero per concorso del privato in corruzione. È stato lui a confessare il tutto, a fronte di richieste di denaro che diventavano via via più onerose.

Le intercettazioni avviate dai militari hanno non solo confermato quanto denunciato, ma sono andate ben oltre: hanno posto “in evidenza – scrive il gip – il pessimo funzionamento del Comando del Corpo Forestale dello Stato di Brindisi”.A Galati e Asciano è contestato l’uso illecito, sistematico e prolungato, del telefonino di servizio per fini personali: 43 contatti per l’agente di Surano e 172 per quello brindisino, nella primavera 2014.

A tutti e cinque i forestali, inoltre, è contestata anche la truffa aggravata ai danni dello Stato e/o false attestazioni o certificazioni: avrebbero falsificato i brogliacci di servizio, aumentando le ore di lavoro ordinario e straordinario. In un anno, tra l’agosto 2013 e giugno 2014, risultano 47 ore di assenze per Bray, 39 per Galati, 34 per Asciano, 24 per Giovanni Rosselli e ben 86 per Massimo Rosselli.

 

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