Cronaca

I giudici bloccano l’utilizzo improprio del marchio “Maldive del Salento”: “Non si ingannino i turisti”

LECCE- Si chiude con una sentenza del Tribunale di Bari, presieduto da Nicola Magaletti, la vicenda relativa al marchio “Maldive del Salento”, che era stato usato impropriamente, secondo i giudici, dalla società a responsabilità limitata “Le cinque vele”. I giudici hanno ribadito, come ha già fatto la Cassazione in altre sentenze, che non si possono utilizzare denominazioni e marchi di altre società per attirare i turisti nella propria struttura. Le cinque vele, in effetti, avevano utilizzato i termini Maldive del Salento e poi Maldive del sud Salento su internet e sui social network per indicare una zona, un tratto di costa dove insite la loro struttura: si tratta di contraffazione del marchio e concorrenza sleale secondo i giudici.

In questo modo, infatti, i turisti erano indotti a pensare che quei termini facessero riferimento a una zona in generale e non alla struttura gestita da Vito Vergine. Il lido rivale si era spinto anche oltre, posizionando diversi cartelli e anche un grande cartello all’ingresso della propria struttura in cui c’era scritto “Maldive del sud Salento”. Secondo i giudici, si è utilizzato il marchio di un lido storico per attirare clienti nuovi. Il Tribunale ha accolto la domanda di Vito Vergine, in qualità di titolare dell’impresa individuale “Le Maldive del Salento”, inibendo l’utilizzazione a qualsiasi titolo e in qualsiasi forma della denominazione “Maldive del Salento” o “Maldive del sud Salento”, sia su internet che sui cartelloni.

La società “Le Cinque Vele dovrà pubblicare a sue spese l’estratto del dispositivo della sentenza sui giornali, con una penale di 100 euro per ogni ritardo o inadempimento, oltre alle spese legali e al rimborso forfettario che dovrà pagare. Si chiude una brutta storia provocata da un tentativo maldestro di “sfruttare” il lavoro altrui- ha commentato Vito Vergine”. Non posso immaginare che il concorrente e i suoi eventuali consiglieri fossero tanto ingenui da pensare di poter utilizzare a proprio vantaggio il marchio aziendale altrui con la semplice aggiunta di un “Sud”. Questa è stata la circostanza in cui il Sud ha fatto una pessima figura. La volontarietà dell’abuso e’ stata confermata nel corso del giudizio dal tentativo di affermare la cosiddetta “volgarizzazione del marchio”, come dire che molti abusi ribaltano il diritto !”

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