BARI- La decisione sull’approdo del gasdotto Tap è presa, il capitolo è chiuso. A meno di 48 ore dalla visita del presidente del Consiglio Matteo Renzi a Bari che ha lasciato aperto un piccolo, piccolissimo spiraglio per allontanare il gasdotto dalla costa di Melendugno, è il Ministro per l’Ambiente, dallo stesso posto, a sbatterla quella porta lievemente aperta.
E lo fa con parole che più chiare non potrebbero essere: “La decisione sull’approdo è una decisione già presa – ha dichiarato Galletti – per quanto riguarda il ministero dell’Ambiente è stato fatto un lavoro rigorosissimo nella Valutazione d’impatto Ambientale, sono stante accolte gran parte delle osservazioni delle comunità locali provenienti da altri ministeri. E’ stato fatto un buon lavoro”.
La decisione è presa, ribadisce il Ministro, spiegando che, per lui, la Via concessa contiene già le osservazioni delle popolazioni locali. “Lì – continua Galletti – ci sono 58 prescrizioni che tengono conto delle osservazioni che vengono dalla comunità locale. Credo che quella sia una Valutazione molto restrittiva dal punto di vista ambientale. Non crea problemi la scelta di Melendugno con quelle prescrizioni”.
I sindaci, dunque, potranno anche scervellarsi nel cercare un’alternativa ma “un governo ascolta tutti – chiarisce il responsabile del dicastero all’Ambiente – ma oggi la decisione è presa questo deve esser chiaro”. L’iter, dunque, ora prevede che si conceda l’Autorizzazione unica che prevede un accordo tra Governo e Regione.
Quest’ultima non darà il proprio assenso e dunque, in seno alla commissione romana, si aprirà il concordato, ovvero una ricerca di alternative. “Costruire grandi opere sulla testa delle comunità io penso sia un errore”, ha ribadito il governatore di Puglia Nichi Vendola ad un passo dal ministro.
Ma i tempi stringono, il 20 Renzi sarà in Azerbajgian e il sottosegretario De Vincenti scandisce già la tabella i marcia: nel 2016 si apriranno i cantieri. E per ora a Melendugno. Per il Ministro Galletti, con lo stesso criterio sarà valutata l’autorizzazione per le trivellazioni in Adriatico. L’ultimo passaggio lo ha fatto sull’Ilva, confermando che ci sono investitori interessati all’acquisizione.
