CronacaPolitica

Tap, Consales: “Alternative? Una farsa. Se vogliono Brindisi, ci convochi Renzi”

BRINDISI- Un passo in avanti solo se lo chiederà ufficialmente il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, sul gasdotto Tap chiude tutte le altre porte e, anzi, ci va giù duro: “Non partecipo a questa farsa, i sindaci del Salento sono stati presi in giro durante l’incontro con il premier alla Fiera del Levante. Trovare un altro approdo, dopo la firma del decreto che dà l’ok alla Valutazione di impatto ambientale, è praticamente impossibile. L’idea di spostare il confronto tra sindaci è un modo come un altro per catapultare il problema sul territorio. Non spetta a noi metterci d’accordo sulla localizzazione dell’impianto”.
È per “cortesia” che Consales, come dice, incontrerà i colleghi leccesi, qualora dovessero coinvolgerlo. “Ma è chiaro – aggiunge – che non mi aspetto di parlare con loro. Se qualcuno vuole tirare in ballo Brindisi, attendo che sia il governo e nessun altro a farlo, convocandoci nelle sedi ufficiali, spiegandoci se sono intervenuti fatti nuovi e dandoci garanzie per la salute e un risarcimento al territorio. Così, invece, si rischia la guerra tra poveri”.

Consales è forte di un no secco all’ipotesi di attracco a Brindisi, votato all’unanimità in consiglio comunale. Le timide aperture dei colleghi di San Pietro Vernotico e Torchiarolo sono, ad oggi, una rondine che non fa primavera.

I primi cittadini leccesi, di Melendugno e Vernole in primis, lo sanno e per questo cercano sponda nella Regione Puglia, chiedendo formalmente il coordinamento di un tavolo attraverso il quale, tra l’altro, fare pressione su Roma, perché da lì si possa dare l’input ad un effetto domino. A Bari, però, al momento, tutto tace. Anche perché la responsabilità di chiedere ufficialmente a Brindisi di caricarsi sulle spalle un altro fardello nessuno vuole assumersela, men che meno con le elezioni regionali alle porte.

Dunque, lo stallo che rafforza l’ipotesi San Foca, che per Tap e il governo è già in una botte di ferro. Il decreto di Via firmato dal ministro all’Ambiente, Gianluca Galletti, scavalca i no del Ministero del Beni culturali e li trasforma in semplici prescrizioni. Trovare un’altra quadra, a bocce ferme e alla luce dei tempi che si restringono, diventa quasi impossibile.

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