CronacaPolitica

Centri per l’Impiego, trampolini di lancio o parcheggi per disoccupati?

BARI- La prima, grande, contraddizione è nel nome. Centri per l’Impiego. Perché in realtà quelli che sarebbero dovuti essere gli approdi di salvataggio di migliaia di disoccupati e cassaintegrati si sono rivelati solo parcheggi. E non lo diciamo solo noi. Ma lo dicono i dati che nell’assessorato al Lavoro della Regione Puglia stanno creando più di qualche preoccupazione.

In Puglia, e nel Salento soprattutto, solo il 4% degli iscritti ai Centri per l’Impiego riesce a trovare un nuovo lavoro. Il 96% resta lì, fermo. A sperare che il sostegno passivo degli ammortizzatori sociali duri quanto più possibile. E’ un sistema che non funziona. E, chiunque abbia bazzicato almeno una volta, lo sa. Del resto basta trascorrere anche un’oretta in quei centri per capire che è tutto sbagliato.

Cassa integrazione e disoccupazione sono condizioni che creano, in chi le vive, una grande forma di disagio sociale. E ritrovarsi in quelle riunioni collettive a mostrare pubblicamente la nuova condizione di certo non è cosa facile. Soprattutto perché anche quelle non servono a granché. Un’infarinatura su ciò che significa ammortizzatore sociale, ma sempre meno rispetto a quelle che ogni giorno veicolano i mezzi di comunicazione. E poi quella grande speranza: compilando uno spropositato numero di fogli si verrà contattati per partecipare a tirocini formativi o a colloqui con le aziende perché, qui, nei Centri per l’Impiego la domanda incontra l’offerta.

Peccato che avranno preso due strade diverse perché quell’incontro non c’è praticamente mai. Ed è quello che ammette sconfortato anche il personale che lavora dei centri. Quelli che, a chi come noi gli chiede conto di quei due punti fondamentali, risponde così: “E’ il meccanismo che non funziona come dovrebbe..” Perché? Una risata, una stretta dalle spalle e una domanda che non ha molte risposte. 

Il funzionario ci spiega subito che dopo la cassa integrazione si applica la legge 181, ovvero la disoccupazione che consente di percepire l’indennità, appesa naturalmente come tutto il resto, all’eterno tira e molla tra ministero regione e Inps per totale mancanza di fondi. Ma quando gli facciamo notare che sono tutte forme di sostegno passive, ci ammette che purtroppo di attivo non c’ è un bel nulla.

“Sono procedure che dobbiamo fare per legge ma che sinceramente… non funzionano….. Se io faccio la 181 alla fine del colloquio dovrei avere un pacchetto così di proposte di lavoro da proporle, come in Germania. Ma qui non è così”. “Non c’è comunicazione – spiega il funzionario – noi dovremmo andare nelle aziende a presentarci come Centri per l’Impiego e creare accordi per farveli incontrare. Ma non abbiamo i permessi di uscire, loro non vengono da noi… e i risultato è questo. E’ il sistema che proprio non funziona”. Il sistema non funziona, e su questo sono tutti d’accordo. Ma come uscirne, non lo sa ancora nessuno.

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