Politica

L’addio al vetriolo di Blasi. Scontro dei leccesi sulla nomina di Vice per Antonica

“Ho deciso di non partecipare al congresso Pd, perché Emiliano non mi ha fatto nemmeno una chiamata: ho portato il partito con serietà all’avvicendamento. A buon rendere!”. E’ l’addio al vetriolo di Sergio Blasi, grande assente dal congresso barese del Pd. Il segretario regionale uscente, però, rincara la dose e ricorda al suo eterno rivale che “nell’autunno del 2009 ha totalizzato 30 mila voti di differenza”. “I leccesi sono delle persone serie: io vengo dalla Magna Grecia, lui non lo so. Avremmo dovuto fare un passaggio civile di consegne sul palco” – conclude Blasi. Questo è l’ultimo atto del segretario, dopo le polemiche nella direzione nazionale in cui il segretario uscente ha votato contro il sindaco di Firenze: per lui Renzi continua a fare del male al partito. “Si decide di non andare al voto per non far vincere la destra, facendo fuori un uomo del nostro partito, poi si cerca l’accordo con la destra” – tuona Blasi.

Si sapeva già che nel congresso regionale sarebbero venuti fuori tutti i mal di pancia e i dissidi che covavano sotto le ceneri. Ci aveva già pensato Maniglio polemizzando col metodo di scelta dei delegati e con lo svilimento delle primarie che avrebbe messo in atto Emiliano. Alla fine, però, il sindaco di Bari è andato dritto per la sua strada riuscendo a far eleggere due vice donne: Sandra Antonica e Assuntela Messina di Barletta. Nonostante Foresio e Santoro abbiano tentato nuovamente di mettere i bastoni tra le ruote votando insieme ai tarantini contro la proposta unitaria dell’assemblea, ma l’ex sindaca di Galatina l’ha spuntata ai voti. Alcuni renziani leccesi puntavano su Sandra Zappatore.

Nel congresso delle scorse ore è stata eletta anche la presidente del partito regionale: Lemma Annarita, consigliera regionale di Taranto. Nominato anche il comitato di garanzia. Ancora una volta Emiliano l’ha spuntata, da oggi è ufficialmente il nuovo segretario regionale del Pd, e ora si prepara a dare man forte a Renzi anche a Roma: per lui si continua a parlare di un ingresso nella squadra governativa, in veste di ministro o di sottosegretario.

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