Politica

Crisi a Palazzo di Città, l’ultimatum di Consales: “Basta attese, faccio da solo!”

BRINDISI- I partiti ritardano? I partiti fanno strategia? E allora, faccio da solo.  Il sindaco di Brindisi Mimmo Consales è stufo di aspettare le mosse dei partiti della sua poco stabile maggioranza e, dopo 3 settimane di attesa, si prepara all’ennesimo braccio di ferro, lanciando una vera e propria sfida a simboli e segretari.
Nelle prossime ore, infatti, il primo cittadino convocherà per giovedì l’ennesime vertice con gli esponenti dei partiti che lo sostengono per cercare di fare chiarezza sul futuro del governo. Un governo, al momento, retto fondamentalmente dal solo Consales che aveva azzerato le deleghe assessorili in attesa di ufficializzare la nuova giunta. Vero e proprio bandolo di una matassa politica sempre più intricata.

Al momento, infatti, non è ben chiara la posizione di Nuovo Centrodestra, I centristi di Ferrarese, dopo l’ultimatum lanciato a Natale (o si azzera tutto oppure si va tutti a casa) non stanno certo aiutando il sindaco che resta in attesa dei nomi proposti dalle varie forze.

Poi c’è il Pd. Poi c’è Api. Poi ci sono tutti quelli che, in un modo o in un altro, sono tenuti a chiarire la propria posizione. Questione di strategia. Questione di equilibri. Ma l’attesa sembrerebbe essere finita. Giovedì, Consales si aspetta di avere dei nomi, chiaramente tutti da valutare. Ma se questo termine non venisse rispettato, ecco che il sindaco farà di testa sua, nominando un esecutivo “del primo cittadino” che poi, però, sarà chiamato ad ottenere la fiducia.

I nomi che circolano, nonostante le smentite, sono sempre gli stessi. Rimarrebbe al suo posto Carmela Lomartire e, probabilmente, anche Lino Luperti, ormai più legato a Consales che al suo partito, il Pd. Quindi, si parla di Dorinetto Marinazzo di Legambiente (che però ha già smentito la voce), dell’ex sindaco Pino Marchionna e del preside del Majorana Salvatore Giuliano.  In un certo qual modo, una giunta “tecnica” che, però, difficilmente incontrerà il favore della politica. Che forse, in vista della prossima tornata elettorale, non aspetta altro.

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