Cronaca

Ilva, Peacelink: “Dati Arpa inattendibili”

TARANTO- Continua la battaglia ambientalista a Taranto. Arriva da Peacelink la smentita sui dati arpa per le cokerie dell’Ilva. “Sono dati inattendibili – denuncia Alessandro Marescotti, presidente dell’associazione – i valori pubblicati sul sito del arpa sono fuorvianti. E poi spiega: la concentrazione di Idrocarburi policiclici aromatici nello stabilimento risulta addirittura inferiore a quella rilevata nel vicino quartiere Tamburi”.

Possibile? “Il fatto che la centralina che monitora le cokerie – tenta una risposta Marescotti – sia sottoposta a trattamento intensivo di tipo protettivo, come affermato da assennato, spiegherebbe i valori non elevati di Ipa misurati dentro l’Ilva”.

Dall’altra parte parla invece di dati «puramente descrittivi» e «non allarmanti» il direttore di Arpa Puglia Giorgio Assennato, riferendosi però alle rilevazioni effettuate invece dagli ambientalisti tarantini che, parallelamente ai controlli Ilva, non smettono di continuare i propri monitoraggi. All’interno del siderurgico sono stati rilevati livelli di Ipa nelle Cokerie e nei parchi minerali oscillanti tra i 3,7 e i 7,9 nanogrammi per metro cubo.

“Tutto questo è avvenuto mentre l’Arpa – aggiunge Marescotti – misurava una media di Ipa in concentrazione molto più elevata nel quartiere Tamburi a ridosso del quale sorge l’Ilva: 30,8 nanogrammi a metro cubo ad agosto 2013; 34,4 nanogrammi a metro cubo a novembre 2013 e ancora 43,9 nanogrammi a metro cubo a dicembre 2013». L’ultima misurazione nel quartiere Tamburi, effettuata da Arpa il 2 gennaio scorso «vede invece schizzare gli Ipa – fa notare Marescotti – a 78,3 nanogrammi a metro cubo, e cioè a concentrazioni dieci volte superiori a quelle misurate dentro l’Ilva nei giorni in cui il ‘trattamento intensivo protettivo ha funzionato meglio”.

Ma l’Arpa ha comunicato tutto questo alle autorità competenti? E la popolazione è a conoscenza di quanto accade relamente? Perrispondere a queste domande Peacelimnk chiama in causa il Ministero dell’Ambiente auspicando la diffusione dei dati reali, e maggiori controlli sull’adempimento dell’aia

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