BRINDISI- La miglior difesa è l’attacco, Ed Hercules Haralambides, presidente dell’autorità portuale di Brindisi, ribatte alle accuse che, da tutte le parti, piovono sulla gestione dell’ente. Accuse che, in comune, da destra e sinistra, in senso anche e soprattutto politico, sono tutte indirizzate al professore ellenico. La replica del greco è dura, piccata. E tocca alcuni degli argomenti caldi delle ultime settimane. In primis il bilancio e la richiesta di commissariamento arrivata a margine del vertice di Palazzo Nervegna.
“Ecco perché l’Autorità Portuale – scrive Haralambides in maniera provocatoria – deve essere commissariata. Perché il Presidente sta qui solo per la legalità. Perché il bilancio dell’Ente è un bilancio sano. Perché tutti i porti hanno perso soldi (grazie al Decreto Salva Italia) prima di tutti il porto di Bari (87 milioni). Perché interessi privati bloccano gli accosti di S. Apollinare al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Perché interessi privati ostacolano con denunce la stazione passeggeri “Le Vele”. Perché interessi privati denunciano i nostri piani per la crociera”. Interessi privati. Come dire… inciuci. Che non devono esistere, dice il professore, all’interno del comitato portuale evidentemente risentito dal fatto che “il presidente non fa favori a nessuno”.
Insomma, Haralmbides si dice vittima degli interessi locali. Vittima di una campagna diffamatoria e persecutoria, perché lui “è greco, non conosce l’italiano, non capisce cosa significhi una stretta di mano in Italia”. Paradossalmente, però, la strategia “anti – Haralambides” potrebbe portare ad effetti boomerang. Ad essere commissariato, in virtù della mancata approvazione del bilancio, potrebbe essere il comitato portuale. Mentre il presidente rimarrebbe al suo posto.
D’altra parte, la mozione di sfiducia già annunciata nei confronti dell’ellenico, potrebbe scontrarsi con la matematica. Per l’approvazione del documento, infatti, serve il voto di almeno 2/3 del comitato. Numeri che, almeno al momento, sembrerebbero mancare.