Economia

Antenne locali, una crisi annunciata

BARI  –  Quello che vedete in queste immagini, è un incontro organizzato dal CORECOM sulla crisi dell’emittenza locale. Era il 17 dicembre 2010. E questo è l’ultimo in ordine temporale. 19 dicembre 2012. Forse voi la differenza non la notate.

Noi si. E ve la spieghiamo. Nella prima immagine, tutte quelle persone erano gli editori delle TV locali pugliesi. Erano 44.

Oggi, tutta quella gente che vedete appartiene al settore dell’informazione, ma di editori, in quella stanza ce ne sono solo 4. Perché tutti gli altri o hanno cambiato mestiere o hanno rinunciato a lottare.

Quella delle TV locali è una crisi annunciata, ma ignorataLa conferma arriva dall’ultimo incontro sul tema organizzato a Bari dal CORECOM Puglia e al quale hanno preso parte ordine dei giornalisti, Assostampa, AGCOM e TV locali.

I dati sulla moria delle antenne locali arriva dallo Studio Rosselli effettuato dalla Fondazione ‘Flavia Branca’ che ha evidenziato come i costi per sostenere il passaggio al digitale siano stati più pesanti del previsto,  90 emittenti in tutta Italia hanno già restituito le frequenze, cioè hanno chiuso.

In 30, invece, hanno annunciato una perdita per 16 milioni di euro nel 2011. Nonostante ciò, però, e nonostante il grido d’allarme lanciato due anni fa dalle TV locali, poco è stato fatto fino ad oggi. I bandi messi a disposizione sono risultati insufficienti. Di qui un appello alla Regione a far sentire di più la sua presenza e non solo per il fatto che in questa occasione, oltre al presidente del Consiglio Introna, non c’era nessun esponente di Giunta e Consiglio.

Incentivi alle imprese per sbloccare il mercato. Questa una delle idee di Berrini che si unisce a quella esposta dal presidente del Gruppo ‘Mixer Media’ Paolo Pagliaro che ha anche proposto  di spingere l’Apulia Film Commission’ a sostenere le produzioni delle TV locali e non solo del cinema. “I fondi pubblici ci sono  –  ha ricordato Pagliaro –  se è vero come è vero che il ‘Bifest’ incassa 1.700.000,00 euro e le notti bianche 6 milioni. Ma detto ciò, non può più passare un falso messaggio e cioè quello che l’emittenza locale vive solo di finanziamenti pubblici”.

I prossimi incentivi studiati dal Ministero, tra l’altro, non promettono nulla di buono. Uno dei criteri immaginati è l’ascolto rilevato dall’Auditel. Metodo contestato a gran voce perché Auditel non è mai sinonimo di qualità.

Ma questo per chi la fa da sempre, come TeleRama, non si è finora tradotto in trattamenti agevolativi. Semmai, ha sottolineato Pagliaro, il contrario. Nei prossimi mesi saranno convocati altri incontri, sperando nel frattempo di non assistere allo spegnimento di altre antenne. Perché in questo settore, il ‘vita mia morte tua non esiste’. Se una TV getta la spugna a perdere è la democrazia nel nostro territorio. E con essa ogni cittadino. Soprattutto quello che non potrà più portare a casa uno stipendio. E allora per una volta, vorremmo poter dare noi la notizia di un incontro interistituzionale a Roma per salvare i lavoratori. Perché, noi delle tv locali, siamo una piccola Ilva. Ma per noi decreti ‘salva-informazione’ non se ne vedono.

Articoli correlati

La strana coincidenza: “Il metanodotto Snam passerà dai focolai Xylella”

Redazione

Provincia di Lecce: i dipendenti delle partecipate costano 15 milioni di euro

Redazione

Piano di riordino ospedaliero alla prova dei ricorsi, i delusi al contrattacco

Redazione

Consorzi di bonifica, 300 milioni di debiti accumulati negli anni

Redazione

In Consiglio comunale edilizia pubblica e caldaie

Redazione

La Cassazione: “Disastro ambientale, i Riva sapevano tutto”

Redazione