Sanità

Guardie mediche, “questa non è sicurezza”. Medici si ribellano alla Asl

LECCE- Parla di demagogia e invita i colleghi a non chiudere le porte degli ambulatori, anche per non incorrere in una denuncia. Il dottor Antonio Chiodo, presidente del sindacato Snami Puglia, usa parole durissime contro il nuovo Servizio di accompagnamento dei medici della continuità assistenziale al domicilio dei pazienti e contro le misure disposte dalla Asl di Lecce, compreso il filtraggio negli ambulatori dopo le 22.30, in seguito ai fatti di cronaca che hanno visto anche una dottoressa di Taviano rischiare una violenza sessuale.

Chiodo esamina innanzitutto la figura dell’autista, che in questo caso non risulta essere anche soccorritore, figura pure presente in ambito sanitario, bensì semplice accompagnatore. In cosa consista questo servizio “non è dato sapere”, incalza il sindacalista, così come, a suo avviso, non c’è traccia di implementazione della sicurezza, se non, forse, nei sistemi satellitari che sorveglieranno le auto, ma non presso le sedi né presso il domicilio del paziente.

“In caso di allarme – poi si chiede – perché il medico deve allertare l’autista e non direttamente le forze dell’ordine?”, domandando di fare chiarezza “in questo labirinto di ruoli, profili, competenze, mansioni”. “Appare umiliante, ancorché grottesco – aggiunge – che un medico-chirurgo, un pubblico ufficiale, un intellettuale della scienza medica debba partecipare ( obbligatoriamente? ) ad un corso per il riconoscimento di una situazione di rischio di aggressione e sulla capacità di affrontare detto rischio. In definitiva abbiamo verificato che la più alta, nobile, autorevole ed indispensabile figura professionale del Servizio sanitario pubblico e privato,ovvero il MEDICO-CHIRURGO, sarà accompagnato nell’espletamento della propria attività clinica, da coloro che di professione accompagnano i disabili, gli anziani, le persone con ridotta mobilità ed i malati”.

Da qui la proposta: “dotare la guardia Medica di personale paramedico(infermieri)che coadiuvi il medico nelle sue funzioni di clinico e che garantisca alla popolazione una perfetta assistenza e sorveglianza soprattutto in previsione delle prossime funzioni che acquisirà la Continuità assistenziale nelle AFT( Aggregazioni funzionali territoriali), nelle UCCP ( Unità complesse di Cure Primarie-vedasi legge Balduzzi n. 189/2012) e nelle Case della salute?”.

“Abbiamo incontrato ed ascoltato molti medici che non si vogliono far fagocitare da questo concetto di sicurezza alquanto opinabile e laborioso! Il modello della ASL – aggiunge lo Snami – sia destinato ai richiedenti, se ritenuto utile, dopo un periodo di sperimentazione. Noi lo respingiamo perché il vero modello organizzativo di sicurezza deve partire da una sensibilizzazione della pubblica opinione verso il rispetto del medico come persona e della professione come scienza della salute”.

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