Cronaca

L’influenza concia tutti per le feste: Pronto soccorso e 118 in tilt

LECCE- 118 preso d’assalto; ambulanze in coda anche per ore ai pronto soccorso perché non riescono a “sbarellare” i pazienti; ospedali in asfissia, senza posti letto liberi. L’influenza manda in tilt la sanità leccese. Sono ore di frenesia totale: il servizio di emergenza-urgenza copre una media di ottanta eventi a turno, che fanno circa 250 interventi al giorno. Le richieste arrivano soprattutto dal nord della provincia. E tutto il territorio è coperto con 25 ambulanze, che inevitabilmente devono fare i conti con i tempi che si ingolfano: c’è carenza di barelle nei pronto soccorso, si fatica a reperirle nei reparti ed è questo a provocare ritardi nello sbarellamento, con ambulanze in fila davanti ai nosocomi. A Galatina, in mattinata, una ha atteso fino a due ore prima di poter far scendere il paziente. È il cane che si morde la coda: se i mezzi di soccorso si liberano lentamente, si allungano i tempi di intervento anche sul territorio. Ed è quello che sta accadendo.

Le criticità maggiori si registrano al Santa Caterina Novella ma anche al San Giuseppe di Copertino, ma la vera trincea è il Vito Fazzi: nella giornata di Natale, 257 accessi in totale. E a mezzogiorno di questo Santo Stefano, stando alla fotografia dello stato in tempo reale della Asl di Lecce, ben 55 pazienti aspettavano di essere visitati (la gran parte codici verdi) e 16 erano già in visita, mentre otto attendevano un posto letto per poter essere ricoverati, nel frattempo accolti nella sala rossa dello stesso pronto soccorso, stabilizzati con l’ossigeno.

Si fatica, infatti, a trovare posti letto liberi nei reparti di Medicina e Pneumologia. È il motivo per cui si sta provvedendo con extralocazioni in Unità operative diverse e, in questo periodo, a minore intensità di cure, come Oculistica, Otorinolaringoiatria, Chirurgia plastica.

Il ricovero si ritiene necessario soprattutto per i pazienti anziani, diabetici o cardiopatici, per cui l’influenza comporta complicanze non da poco, in grado di degenerare in broncopolmonite e scompenso cardiaco. Fortunatamente, sono anche la categoria che più si vaccina.

Un boom di interventi, insomma. E nonostante il picco dell’influenza sia in realtà previsto a metà gennaio, al momento ha messo ko 11mila pugliesi, colpendo soprattutto i bambini e gli adolescenti fino ai 14 anni, come certificato da Cirinet, il centro di ricerca sull’influenza.

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