LECCE – Il caso ve lo abbiamo raccontanto esattamente un mese fa, quando sui social ha iniziato a circolare un videoclip – in stile trapper – girato nella zona 167 B di Lecce. Musica, ma anche kalashnikov, una grossa mole di contanti e auto di lusso, il tutto in bella vista.
E adesso la Procura su quello, ma anche altri videoclip di uno stesso artista dal nome d’arte “Slavo 47”, residente del campo sosta Panareo, ha aperto un fascicolo d’inchiesta. Le indagini sono coordinate dal Pubblico Ministero Patrizia Ciccarese. L’accusa, per la quale sono inscritte nel registro degli indagati sette persone, è di istigazione a delinquere, “enfatizzando – si legge nel capo d’accusa – la disponibilità e l’uso di armi e sostanza stupefacente, facendo emergere i supposti benefici e i facili guadagni ottenuti sia dall’uso che dalla compravendita degli stessi”. A difendere gli indagati gli avvocati Marcello, Alberto e Alessandro Ghezzi.
Sotto la lente degli inquirenti, nello specifico, due videoclip.
Il primo intitolato 2AK, tradotto “2 kalashnikov” ambientato in una palazzina popolare che si affaccia su Piazzale Padre Pio a Lecce, con riferimenti a “bamba”, “coca colombiana” e “armi”, queste ultime visibili nelle riprese.
C’è poi un secondo brano, dal titolo “Popolari”, in cui l’invito è a non dare fastidio alla propria gente, pronta a difendersi.
Raccontare un riscatto sociale culminato in un lusso sfrenato è la peculiarità del genere Trap. I testi però – ed è questo l’oggetto del dibattito – sconfinano spesso nel racconto di vite al limite, il cui riscatto passa da droga e armi.