Attualità

Regione, sulla rotazione dei capi Dipartimento, Emiliano e Azione destinati a scontrarsi

BARI – Passata la tempesta della sfiducia con annesse polemiche, decantate le reazioni, è il momento delle riflessioni. Perché ciò che nell’aula del Consiglio regionale è apparso chiaro, è che la rotazione dei capi dipartimento, più che dei dirigenti in generale, sia molto più complessa della decadenza dei direttori generali delle Asl.

Su quest’ultimo punto, il governatore è stato tutto sommato chiaro: la decadenza dei direttori generali – ha detto – è prevista dalla legge e la legge verrà applicata “senza sé e senza ma”. Non appena lo sforamento della spesa farmaceutica, già accertato nel dato consolidato del 2023 arriverà in giunta, si procederà in tal senso. Di fatto vorrà dire turnare gli attuali direttori spostandoli in altre Asl. Così dovrebbe essere per Lecce, Taranto e tutte le altre Asl della Puglia, Bat, Foggia sia per la Asl che per il Policlinico. Le uniche eccezioni riguardano la Asl di Brindisi, il cui direttore si è insediato da pochi mesi e la Asl e Policlinico di Bari, appena rivisti. Al più si tenterà una modifica alla legge, specificando – per evitare ricorsi – lo sforamento per colpa e senza colpa. Laddove si accerti che è senza colpa si salveranno.

Altro capitolo riguarda la rotazione dei dirigenti in senso ampio: se hanno raggiunto i tre anni di servizio, come stabilisce la legge, ruoteranno. Se dal punto di vista contrattuale è possibile. Una rotazione “con tolleranze” ha specificato il presidente.

Il punto centrale, però, sono i capi dipartimento. “Il punto più complesso” come lo ha definito il governatore.  “Non sono facilmente turnabili” – ha chiarito – perché il serbatoio da cui attingere sono le 193 domande arrivate. “Non è detto – ha aggiunto – che chi si è iscritto copra perfettamente la necessità dell’amministrazione. Se questa condizione si può realizzare – ha concluso – sono disponibile a ragionare con la maggioranza. Questo è il massimo sforzo che posso fare”.

Come dire: calma. Vediamo. L’avvocatura regionale è già a lavoro per vagliare curriculum per curriulum tutti quelli arrivati. Qualcosa cambierà e questo appare chiaro. Ma appare chiaro anche, che non sarà la rivoluzione totale richiesta. Sulla partita dei capi dipartimento – Montanaro, il n.1 della Sanità, e dei colleghi –, dunque, potrebbe aprirsi una nuova battaglia muscolare tra Azione e il governatore, disposto sì ad accogliere le loro richieste ma forse su questo punto non più “senza sé e senza ma”.

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