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San Pio: tabellone e ruspe, rumori e disagi. Residenti esasperati. Nuzzaci: “Il rione rinascerà”

LECCE – Un canestro e mille polemiche. Siamo al Parco Corvaglia, rione San Pio, a Lecce. Ebbene, anche giocare a basket per i ragazzi della zona rischia di diventare un problema. Colpa, se si può dire, di un tabellone che infastidisce il riposo e il sonno di tanti residenti ogni qualvolta il pallone sbatte sul tabellone. C’è chi sobbalza e chi protesta. 

Una vicenda che si è trasformata in un caso visto che sono state raccolte in poco tempo un centinaio di firme grazie all’iniziativa del presidente del Comitato popolare Nuova Rudiae, Leo Ciccardi. Si cerca una via d’uscita per coniugare le diverse esigenze. Il campo da basket – spiega l’assessore ai Lavori Pubblici, Marco Nuzzaci – è un singolo canestro playground dove i ragazzi possono finalmente giocare, si possono regolamentare meglio gli orari di utilizzo, in modo da assicurarci che non venga usato di notte o negli orari in cui la gente riposa”.

Ma i problemi più pressanti sono altri. I lavori per abbattere le cosiddette Case Minime, attesa da una vita dai residenti, sono iniziati lo scorso 18 marzo. Dopo una fase di rallentamento gli interventi sono ripresi, seppur un po’ a singhiozzo. Ma i disagi restano, e non sono pochi. A nulla sono valsi gli appelli lanciati al Comune e alla ditta che sta eseguendo i lavori. “Stiamo realizzando un intervento di demolizione e ricostruzione atteso da 15 anni, richiesto a gran voce dai residenti del quartiere, che riqualificherà totalmente la zona. Ogni cantiere genera qualche disagio, ma alla fine dei lavori i benefici per San Pio e la città saranno evidenti”. Della serie: attendere, prego, stiamo lavorando per voi. Difficile spiegarlo, però, a quanti confinano con il cantiere, costretti a convivere con il rumore delle ruspe e la polvere che si infila dappertutto. E c’è anche chi ha subito il tranciamento dei cavi telefonici. Risultato? Da 15 giorni il telefono è muto. Ad urlare è l’esasperazione della proprietaria dell’immobile, stanca di subire inutili promesse e quotidiane seccature.

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