NARDO’ – L’incarico è stato conferito nelle scorse ore dal sostituto procuratore Alessandro Prontera, titolare del fascicolo di inchiesta: saranno gli accertamenti tecnici – affidati all’ingegnere Lelly Napoli – a far luce sulla tragica morte di Matteo Ottaviano, driver di 35 anni di Tuglie morto durante un collaudo sulla pista Porsche di Nardò.
L’ingegnere incaricato dalla Procura, affiancato da altri periti di parte, dovrà scandagliare entro 60 giorni i video delle telecamere del circuito, il materiale informatico entrapolato dall’apparecchiatura elettronica sequestrata e poi esaminare la pista e i mezzi coinvolti nel tragico impatto.
Il numero degli iscritti nel registro degli indagati intanto sale a quota nove: oltre a Dirk Philipp, membro del Cda di Porsche, ci sono il direttore generale e amministratore delegato di Nardò technical Center, il responsabile del settore finanza e acquisti, il collaudatore in quel momento in pista, gli addetti alla supervisione tecnica e gestione del personale e tre delegati alla gestione della pista.
L’obiettivo della Procura è comprendere se sia trattato di una tragica fatalità o se, invece, i presidi precauzionali e le norme di sicurezza applicate non siano state all’altezza della situazione. Stesso motivo per il quale, nei giorni successivi all’incidente, la guardia di finanza aveva fatto visita negli uffici del circuito neretino, acquisendo faldoni di documenti e potendo contare, va detto, sullo spirito collaborativo dei vertici aziendali.
A difendere gli indagati saranno gli avvocati Gianluca D’Oria, Francesco Galluccio Mezio e Francesco Tobia Caputo.
