LECCE – Schermaglie e polemiche. A Palazzo Carafa va in scena un film già visto. Anche la gestione di beni e spazi pubblici comunali da affidare ad associazioni e cittadini diventa motivo di contesa tra maggioranza e opposizione.
Non è una questione di merito, piuttosto di metodo e di tempi: troppo veloci perché in prossimità del test elettorale per la minoranza che bacchetta Salvemini e compagni
Un provvedimento assolutamente in in linea e sinonimo di efficienza invece per l’amministrazione comunale
Quattro mesi di lavoro, dunque, per provare a chiudere l’iter amministrativo. Fino allo stop odierno in Commissione.
Ma cosa prevede in buona sostanza il regolamento? Intanto interventi di cura che puntano alla protezione, conservazione e manutenzione dei beni comuni urbani per garantirne e migliorarne la fruibilità e qualità. E poi la gestione condivisa tra cittadini e Amministrazione, interventi di rigenerazione, quali il recupero, la trasformazione e l’innovazione dei beni comuni interessati da processi sociali, economici, tecnologici ed ambientali, ampi e integrati che incidono sulla qualità della vita nella città e sono basati sul metodo della coprogettazione. Grande rilevanza, inoltre, sarà data alla gestione di immobili, aree verdi, piazze, strade, marciapiedi e altri spazi di proprietà pubblica o assoggettati ad uso pubblico. Un progetto che punta con decisione alla partecipazione per rendere protagonisti i cittadini e che è già stato sperimentato negli anni passati con buoni risultati in alcune aree cittadine, come piazza Rina Durante.
La questione è rimandata alla settimana prossima, quando la Commissione tenterà di approvare il regolamento prima del passaggio in Consiglio comunale.