BARI – Era in auto, Lello Capriati, quando ieri sera, attorno alle 23, è stato raggiunto da quattro colpi di pistola, tre dei quali alla testa. Un’esecuzione in piena regola nel quartiere Torre a Mare di Bari per il 41enne, figlio di Sabino e nipote di Tonino Capriati, storico boss dell’omonimo clan mafioso di Bari vecchia. Era ancora vivo quando è stato portato al Policlinico di Bari, dov’è morto.
Sul luogo dell’agguato sono intervenuti gli uomini della squadra mobile della Questura di Bari, coordinati dalla Dda. Lello Capriati era stato scarcerato a fine agosto 2022 dopo aver scontato 17 anni per concorso nell’omicidio di Michele Fazio, il 16enne ucciso per errore a Bari vecchia il 12 luglio del 2001. La scarcerazione di Capriati era stata festeggiata a Bari vecchia con fuochi d’artificio e video sui social. Secondo l’accusa, a sparare per errore al ragazzino fu Leonardo Ungredda, ucciso in un agguato nel 2003. Per il delitto furono poi condannati gli altri componenti del commando: Lello Capriati e Francesco Annoscia, rispettivamente a 17 anni e 15 anni e 8 mesi di reclusione.
Le indagini sull’omicidio di ieri sera sono coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari. La famiglia di Lello Capriati è già stata vittime di agguati e regolamenti di conti negli ultimi anni. Il 21 novembre del 2018, nel rione Japigia di Bari, in un agguato compiuto davanti alla moglie e al figlio, fu ucciso Mimmo Capriati, fratello maggiore di Lello. Secondo gli investigatori, negli ultimi tempi aveva preso il posto del fratello nella gestione degli affari di famiglia a Bari vecchia.
Intanto è stato convocato per giovedì il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. “La città non può vivere nel terrore dell’attesa di un regolamento di conti tra clan. È importante agire subito per bloccare qualsiasi potenziale recrudescenza”, ha detto il sindaco di Bari, Antonio Decaro.