Attualità

Aumento reati e consumo di alcol e droghe tra i minorenni

LECCE – Cresce in provincia di Lecce il numero dei minori esposti a situazioni di rischio come violenza o instabilità familiare o utilizzo di alcol e di droghe. Una realtà già descritta in epoca post pandemia e che continua a protrarsi. C’è, però, la consapevolezza dei genitori che chiedono l’inserimento dei propri figli in attività associative, ricreative e risocializzanti, per la ripresa dei contatti con il territorio e con le attività proprie dell’età. L’elemento ricorrente nei casi attenzionati dal tribunale per i minorenni, è l’assenza di dialogo con gli adulti di riferimento, la solitudine, l’assenza di relazioni affettive e di stimoli forti e costruttivi. In un anno sono stati 613 i procedimenti avviati rispetto ai 465 dell’anno precedente e che hanno coinvolto anche ragazzini di 12 e 13 anni, anche se non punibili per l’età, ma per i quali è intervenuto il tribunale sulle rispettive famiglie. I giovanissimi sembrano essere sempre più colpiti dal senso di fallimento e di inferiorità generato dai modelli disfunzionali che primeggiano attraverso i mass media e i social network e che incitano a modelli strutturati sul consumismo, sui facili guadagni e sul “tutto e subito”, su canoni di bellezza assoluti, con conseguente discriminazione/esclusione del diverso, a dispetto della ricerca delle emozioni e di una vita fondata su valori veri e pregnanti, nonché sull’importanza dello studio e del lavoro», come hanno evidenziato Antonio Maruccia, procuratore generale della corte d’appello di Lecce, e Simona Filoni, procuratrice per i minorenni di Lecce. Si è parlato anche di baby gang che di notte compiono reati come violenza sulle persone ma anche furti e danneggiamenti di edifici pubblici. La maggior parte dei procedimenti eseguiti dal tribunale per i minorenni hanno riguardato fatti consumati nel territorio del brindisino, che registra storicamente una maggiore presenza di frange deviate, dedite, soprattutto, allo spaccio di stupefacenti e rapine, non solo le capoluogo, ma anche a Francavilla Fontana, Mesagne, Erchie, Oria, Latiano, San Vito dei Normanni e Fasano. È in questo scenario si inquadra anche l’omicidio del 19enne Paolo Stasi, ucciso davanti alla sua abitazione di Francavilla Fontana il 9 novembre del 2022. «Anche in questa drammatica vicenda, che si colloca in un contesto familiare e sociale profondamente degradato e disagiato, privo di qualsivoglia logica relazionale nel rapporto genitori-figlio, – afferma la Procuratrice – colpiscono la giovane età del killer, la sua abilità nel maneggiare le armi ma, soprattutto, la freddezza nel decidere l’eliminazione della vittima in assenza di qualsivoglia resipiscenza postuma ma, al contrario, la velocità con cui il killer minorenne, dedito costantemente all’attività di spaccio su larga scala, ha sostituito la vittima nell’attività di custodia e confezionamento dello stupefacente».

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