BRINDISI – Accade periodicamente, nel corso dell’anno, che la società Aeroporti di Puglia diffonda i dati sul traffico aereo degli aeroporti pugliesi, evidenziando elementi di crescita. I numeri sono reali, ma non si fa notare che il divario tra Bari e Brindisi continua a crescere e non certo per la minore attrattività delle province salentine, bensì per il fatto che a Bari vengono riservate le rotte più interessanti, peraltro negli orari migliori. Tutto questo alla lunga sta determinando danni incalcolabili all’economia delle province salentina che puntano sul turismo per invertire la rotta di una crisi economica senza precedenti.
Il problema è stato in più occasioni evidenziato anche dal Movimento Regione Salento che punta il dito contro la gestione degli scali pugliesi, improntata su scelte baricentriche. Certo, gli investimenti infrastrutturali sono in corso anche nell’aeroporto del Salento, ma a che serve potenziare la struttura se poi non si creano le condizioni perché da Brindisi si possa volare, sia per turismo che per affari?
E dire che proprio la città capoluogo, in quanto sede dello scalo, ha compiuto scelte importanti che sono andate a discapito delle tasche dei cittadini proprio per favorire una crescita del traffico aereo. Il riferimento è alla tassa di imbarco, introdotta dalla precedente Amministrazione Comunale per far quadrare il bilancio e per non effettuare tagli di servizi ai cittadini. Una tassa poi revocata dall’attuale Amministrazione proprio per non dare alibi alle compagnie aeree pronte a puntare su altri scali. Ebbene, purtroppo è cambiato ben poco e Brindisi continua ad essere collegata poco e male con il centro e con il nord Italia e con le principali mete del nord Europa.
Un motivo in più perché si continui ad alzare la voce, ad ogni livello, per difendere l’aeroporto del Salento e i reali interessi dei cittadini.
Mimmo Consales
