Time out. Per il Nuovo ospedale Maglie Melpignano non ci sono più i soldi. Lo ha comunicato il Ministero della Salute lo scorso 27 dicembre alla Regione Puglia.
Nel documento trasmesso si legge con chiarezza che a determinare la decadenza del finanziamento, il fatto che in 30 mesi di tempo concesso, non sono state portate a termine le procedure necessarie.
Citando testualmente: “Non è stato possibile presentare istanza di ammissione a finanziamento nel termine previsto in quanto non ancora disponibile la propedeutica approvazione del progetto da porre a base di gara”. Dei quattro progetti compresi e ora saltati, del valore complessivo di 335milioni di euro, uno, come detto, è il nuovo ospedale di Maglie Melpignano. Per l’ospedale del Sud Salento era stato richiesto un finanziamento di 142 milioni di euro di cui 134 milioni 900 mila euro a carico dello Stato e la parte restante da 7 milioni e 100 euro a carico della Regione.
Amati, presidente della Commissione Bilancio, luogo in cui i direttori generali sono stati ciclicamente convocati per monitorare l’avanzamento dei lavori, parla di una “sottovalutazione dei termini di scadenza da parte delle burocrazie sanitarie a tutti i livelli, impegnate a schivare i controlli temporali della I commissione o a trovare sempre una giustificazione nuova per farsi assolvere dagli inadempimenti, per cui alla fine è sempre colpa degli altri”. E proprio nelle audizioni sono emersi i tanti e ripetuti problemi sul progetto del nuovo ospedale del Sud Salento. Prima i binari della ferrovia troppo vicini, poi il no della Sovrintendenza per l’area parcheggio, poi il progetto della SS275 che non contemplava l’accesso all’ospedale, poi il passaggio delle reti fognarie e idriche sotto tutta la sagoma, infine l’aumento esponenziale dei costi. Tutti intoppi che hanno portato a non consegnare il progetto nei tempi.
Meno pessimista l’assessore alla Sanità, Rocco Palese secondo il quale il finanziamento non è perso per sempre. Ci vorrà certamente una concertazione, dice, tra le forze politiche di entrambi gli schieramenti in Parlamento, per ottenere una deroga o una nuova possibilità di finanziamento nel Milleproroghe, così come avvenuto per gli ospedali San Cataldo di Taranto e di Monopoli-Fasano. Le strade che tenteranno, dunque, sono due: richiedere una proroga del cronoprogramma o in alternativa ripresentare tutta la procedura. Ma questo vuol dire certamente che i tempi si allungheranno e di molto. Bisognerà far ripartire il tutto dal principio con un enorme allungamento dei tempi che non significa mesi, ma anni.