SALENTO – Costretti a trasportare e ad accompagnare i cadaveri invece di assistere i malati. E’ il destino di alcuni autisti e operatori socio sanitari della Asl Lecce dirottati verso altre mansioni per sopperire all’endemica carenza di organico. “Una situazione paradossale e intollerabile”, quella denunciata dal sindacato Fsi-Usae che chiama in causa direttamente i vertici della sanità leccese.
“Gli Oss – afferma il segretario regionale Francesco Perrone – vengono chiamati inopportunamente ed impropriamente in pronta disponibilità per il trasporto delle salme, sottratti alle attività socio assistenziali che sono prioritarie per la garanzia dei Lea, i livelli essenziali di assistenza, e per gli obiettivi principali dell’attività ospedaliera ed in particolare dei Pronto Soccorso”.
I 14 necrofori che si occupano abitualmente del trasporto dei cadaveri dai reparti ospedalieri alla camera mortuaria dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce vengono utilizzati dalla Asl dalle 8 alle 20. L’emergenza scatta tra le 8 di sera e le 8 di mattina. Ed è proprio questa la fascia oraria nella quale la Asl fa ricorso ad altri lavoratori, nella fattispecie autisti di ambulanza e operatori socio sanitari. “C’è una disposizione di servizio del direttore medico alla quale non possono sottrarsi”, ricorda Perrone che propone alla Asl di prevedere la “pronta disponibilità per aree, come ad esempio quella di Lecce, Galatina e Copertino”. Un escamotage per coprire i turni notturni. Intanto tra gli autisti e gli oss c’è chi inizia a rifiutare di ricoprire questa mansione. E’ accaduto questa mattina questa mattina all’ospedale di Copertino.
Una soluzione, ad ogni buon conto, si dovrà trovare. “Il rischio – secondo il sindacato – è di sottrarre risorse importanti ad alcuni reparti, a cominciare dai Pronto Soccorso, dove “si determina una sospensione delle prestazioni e mancata assistenza, con relativa possibilità di danno ed interruzione di pubblico servizio”.