SALENTO- Il braccio di ferro con Alitalia, oggi ITA, dopo l’annuncio del taglio di alcuni voli da e per Brindisi con Roma e Milano, ha portato il Salento ad una mobilitazione generale contro politiche che lo penalizzano, e non da oggi.
A dicembre scorso, a seguito del sopralluogo nello scalo brindisino di alcuni consiglieri regionali salentini di centrodestra, chiesto dal capogruppo della Puglia Domani Paolo Pagliaro, il presidente di Aeroporti di Puglia Vasile annunciò un piano di potenziamento da 110 milioni di euro, rimasto però sulla carta. Ieri i parlamentari salentini di centrodestra hanno incontrato i vertici ITA a Roma per sollecitare un dietrofront sui tagli dei voli su Brindisi.
I problemi con l’ex compagnia di bandiera non sono nuovi: già una ventina d’anni fa la Puglia chiese una riduzione di costi allora proibitivi dei voli, a cui seguì l’accordo con Ryanair ed altre compagnie per rompere quel monopolio.
Garantire il diritto alla mobilità è un dovere costituzionale, e dunque la programmazione dei voli non può essere dettata solo dai numeri della domanda e dell’offerta.
Il taglio dei voli per e da Roma e Milano annunciato da ITA si aggiunge ad una carenza infrastrutturale cronica del Salento, con l’autostrada e l’alta velocità che si fermano a Bari ed un sistema del trasporto pubblico locale carente e antiquato.