Attualità

L’autogol: gli espropri Porsche tradiscono la Legge regionale sulla partecipazione

NARDO’ – Il 28 luglio 2017 la Regione Puglia approva la cosidetta “Legge sulla partecipazione”. Il punto è che tra il dire e il fare c’è evidentemente di mezzo il mare, prova ne è il fatto che per gli espropri legati all’ampliamento della pista Porsche – in barba a quanto disposto dalla stessa Legge regionale – del coinvolgimento pubblico non vi è alcuna traccia.

Per rendere l’idea ancora più chiara leggiamo testualmente cosa la Legge prevede:

«Con l’approvazione della Norma n. 28 del 13 luglio 2017 è stato sancito un metodo di coinvolgimento permanente dei cittadini, degli amministratori locali, culturali, economici, politici, scientifici, basato sull’informazione, la trasparenza, la consultazione, l’ascolto. La Legge, infatti – spiega la stessa Regione, che l’ha fortemente voluta – promuove la partecipazione come diritto e dovere delle persone che vivono in Puglia, singole o associate, e individua forme e strumenti di partecipazione democratica, per assicurare la qualità dei processi decisionali sui temi importanti e sulle opere strategiche».

(LEGGE CONSULTABILE A QUESTO LINK: https://partecipazione.regione.puglia.it/legge_partecipazione.pdf )

A rispolverare la memoria sull’esistenza della norma in questione è l’avvocato Adriano Tolomeo, alle prese con lo studio della carte del progetto avanzato da Nardò Technical Center per procedere all’ampliamento del centro prove Porsche, espropriando terreni limitrofi alla pista già esistente per 351 ettari di estensione e scatenando la levata di scudi di cittadini e imprenditori proprietari di quei terreni, pronti a ricorrere al Tar con al fianco i legali Maruotti e Romano.

Come si sia arrivati agli espropri regionali non è chiaro a nessuno, dacché nessuno dei diretti interessati è stato mai chiamato a confrontarsi sul progetto. “Un clamoroso autogol “spiega l’avvocato Tolomeo, reso ancora più evidente dall’articolo 7 della stesse Legge che dispone la necessità del pubblico dibattito “per le opere pubbliche e private che comportano investimenti complessivi fino a euro 50 milioni (ossia da questa cifra in su), che presentino rilevanti profili di interesse regionale“. È proprio il caso Porsche, ma tant’è.

Eppure il regolamento attuativo della Legge parla chiaro e lo fa all’articolo 9: «lo svolgimento del dibattito pubblico – si legge – è condizione per l’avvio della procedura di valutazione». Tradotto: il confronto pubblico è un passaggio imprescindibile e preliminare all’iter per le valutazioni di impatto ambientale e strategico. Ma questo soltanto su carta.

E.F.

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