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Consorzi di bonifica, la rabbia degli agricoltori tra degrado, infezioni, e cartelle da pagare

SALENTO – Sporcizia ovunque, canali intasati da erbacce e rifiuti, canne che hanno raggiunto anche i quattro metri di altezza, pozzanghere melmose soffocate da rovi e sterpaglie. E poi zanzare, a sciami, che tormentano braccia e volti segnati dal sole portando infezioni e rendendo impossibile la giornata di chi nei terreni adiacenti lavora, dall’alba e sino al tramonto.

Benvenuti nella giungla creata, dicono agricoltori e proprietari terrieri, dal disinteresse dei Consorzi di bonifica, che invece con chirurgica periodicità continuano ad inviare cartelle di riscossione per interventi che, stando sempre al racconto di chi in quei terreni trascorre buona parte della propria vita, restano solo sulla carta. “E’ una situazione insostenibile, non ne possiamo più. Da Lecce a Brindisi e sino a Taranto è tutto degrado ed abbandono. Basta, siamo, stanchi.

Rabbia e esasperazione. Perché le cartelle continuano ad arrivare, mentre gli interventi di bonifica e messa in sicurezza restano all’orizzonte. “Siamo obbligati a pagare per servizi non erogati e siamo costretti a pagare medici per farci curare le infezioni causate da punture di insetti e zanzare che infestano i nostri terreni. Ora basta”, dice uno degli agricoltori che ha un terreno nel Nord Salento.

Una situazione che precipita giorno dopo giorno e che diventa emergenza quando arrivano le piogge, con esondazioni dei canali che invadono strade e terreni, con scene da “The day after”. A Torre Chianca, del canale che sfoga nel bacino Idume, restano solo poche tracce, stracolmo com’è di rifiuti e rovi. Il tutto, davanti agli occhi di villeggianti e turisti. Tante le proteste e tante, anche, le prese di posizione. Come quella del consigliere regionale Paolo Pagliaro, che si dice pronto alla mobilitazione al fianco di agricoltori e proprietari terrieri contro un tributo ingiusto.

Da vent’anni va avanti l’odissea gestionale del commissariamento dei Consorzi dissestati, che prosciugano i milioni erogati ogni anno dalla Regione per pagare le spese di personale, lasciando solo le briciole per l’attività ordinaria e straordinaria”, sottolinea il consigliere . Che incalza: “I debiti accumulati dai Consorzi commissariati hanno sforato i 250 milioni di euro e si pretende di farli pagare ai proprietari dei terreni senza che siano state eseguite bonifiche, manutenzione e pulizia dei canali, con il famigerato tributo 630, che non è dovuto – come hanno stabilito diverse sentenze – in assenza di un beneficio specifico diretto”. Pagliaro si sofferma poi sul Consorzio di bonifica dell’Arneo: 250mila ettari tra le province di Lecce, Brindisi e Taranto. “Qui sono stati realizzati appena 27 interventi di bonifica negli ultimi tre anni. E parliamo di territori piagati dalla xylella, dove al danno di oliveti rasi al suolo si aggiunge la beffa dei tributi da pagare ai Consorzi” sottolinea. E ribadisce: “Le cartelle relative a questi terreni devono essere annullate. Intanto agricoltori e proprietari terrieri fanno quadrato, si coalizzano e affilano le armi. La protesta va in onda, ma questa volta potrebbe andare su un altro canale. Quello giudiziario. Intanto, benvenuti nella jungla.

Sergio Costa

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