Sanità

Sanità, aggressioni all’ordine del giorno: “Camici bianchi abbandonati”

LECCE – L’ennesima aggressione ai danni di un paramedico da parte di un familiare di un paziente in attesa di cure al Dea di Lecce ha riportato alla ribalta la questione sicurezza all’interno delle strutture sanitarie, in particolare pronto soccorso, guardie mediche ma anche ambulatori dei medici di base. “Siamo di fronte ad un problema che non si risolve mai”, rimarca il presidente dell’ordine dei medici Donato De Giorgi. “E’ un problema evidentemente culturale e che mortifica chi lavora per garantire cure e salute”. Una vigliaccheria senza giustificazione, usando le parole del presidente De Giorgi, che non trova giustificazione e che necessita di condanna. “Bisogna capire i meccanismi alla base di questi episodi, dettati nella maggior parte dei casi dall’esasperazione per i lunghi tempi di attesa, causati dalla ormai cronica carenza di organico negli ospedali”. Per Donato De Giorgi è necessario intervenire a monte del problema ma anche evitare che si faccia un uso spesso ingiustificato dei pronto soccorso. A dare ulteriore peso alle parole del presidente De Giorgi arrivano anche quelle del vicepresidente Gino Peccarisi, che sottolinea anche lo stato di disagio in cui è costretto ad operare tutto il personale sanitario: “I medici, e non solo loro, sono sottoposti ad un continuo stress, schiacciati da una mole di lavoro oramai insostenibile. La carenza di personale, medico e paramedico, sta portando il sistema sanitario locale ma anche nazionale, al collasso. “Appena possibile chi può va in pensione, o sceglie le strutture private, e quello che ne consegue è davanti agli occhi di tutti. Non c’è stata una buona programmazione”, sottolinea con fermezza Peccarisi, “dal 2023 si è venuta a creare una gobba pensionistica dovuta al numero chiuso per l’accesso alla professione”. Un sistema sanitario, che come dice Peccarisi, va difeso a spada tratta. La campagna di sensibilizzazione avviata dall’Ordine dei medici intanto prosegue a tambur battente. Ma non basta. “Le aggressioni, purtroppo, continuano a verificarsi, e non solo quelle che poi salgono alla ribalta della cronaca. “Agrressioni, soprattutto verbali, ci sono quasi quotidianamente negli studi dei medici di base”. Peccarisi, infine, chiede che gli ambulatori di guardia medica, i pronto soccorso, ma anche gli studi di medicina di base vengano tutelati con una maggiore presenza delle forze dell’ordine.

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