PUGLIA – Perchè il primo maggio possa realmente avere il sapore di una festa dovrebbero essere archiviate le morti bianche, il lavoro nero e qualsivoglia disparità di trattamento.
Un’utopia ad oggi, che spinge ad esultare per l’unico dato quantomeno incoraggiante che abbraccia il mondo del lavoro di tutta la regione.
L’aumento del numero degli occupati nel corso del 2022 ne conta ben 60mila in più e si associa alla riduzione del numero dei disoccupati, 31mila in meno. Il tasso di occupazione dei cittadini tra i 15 e i 64 anni sale dunque dal 54,8 per cento al 56,3; mentre quello di disoccupazione scende dal 14,8 per cento al 12,3.
Il 76 per cento degli occupati è costituito da dipendenti, mentre il restante 24 per cento da lavoratori autonomi.
Il report, frutto dell’ultimo studio condotto dal data analyst Davide Stasi, stila anche una classifica delle categorie occupazionali più “gettonate”.
La maggior parte dei lavoratori pugliesi e salentini è impiegato nel settore dei servizi (679mila); segue il commercio (193mila); l’industria (182mila), l’agricoltura (108mila) e, infine, le costruzioni (104mila).
“Quelli raccolti sull’occupazione – spiega Stasi – sono di certo dati positivi che, però, non si traducono automaticamente in un miglioramento dei livelli di benessere della società. Anzi, spesso – aggiunge – celano situazioni di precariato e sfruttamento. Per questo risulta importante affrontare il tema della giusta retribuzione e del salario minimo”.