LECCE – Ci si concentra sulle immagini delle telecamere di videosorveglianza dei locali del centro storico di Lecce per individuare il responsabile che nella notte a cavallo tra sabato e domenica ha messo a segno un vero e proprio raid in danno di sei locali della movida. Nella migliore delle ipotesi, si fa per dire, sono stati gravemente danneggiati infissi e porte d’ingresso delle attività serali finite nel mirino: i danni, per diverse migliaia di euro, sono in fase di esatta quantificazione. In alcuni casi i furti sono andati a segno, con palmari e materiale elettronico trafugati.
Secondo le prime indiscrezioni, si cerca un bandito solitario e di corporatura robusta immortalato dagli impianti di videosorveglianza privati del centro storico. Avrebbe, per almeno un’ora e mezzo, attraversato la zona della movida a piedi, impugnando un grosso piede di porco. A quell’ora, dalle 2 di sabato notte fino alle 5, i locali avevano chiuso i battenti. Ed è in quel momento che l’uomo sarebbe entrato in azione indisturbato.
In un caso specifico, dopo aver tentato vanamente di forzare la porta di ingresso di un pub, si sarebbe dapprima allontanato. Poi avrebbe fatto ritorno nello stesso posto, con un attrezzo da scasso ancora più imponente.
La prima tappa del malvivente sarebbe stata una falegnameria, dove probabilmente avrebbe reperito l’attrezzatura da scasso. Poi via, verso i locali “Shui”, “le radici ca tieni”, “Duca” e “Road 66”. Danilo Stendardo, titolare di quest’ultimo locale e rappresentate della Movida in FIPE-ConfCommercio – si fa portavoce delle doleances manifestate dai colleghi al margine dell’episodio, che non è il primo.
“Ci chiediamo – dice – se esistano impianti di videosorveglianza comunali e se sia giusto che sul fronte della sicurezza ci si debba sentire completamente abbandonati a se stessi, così come sta accadendo per noi imprenditori della vita notturna ma non solo. Si potrebbe fare tanto, a partire da una maggiore illuminazione e un pattugliamento della zona in primis negli orari critici: sarebbero i primi deterrenti per azioni criminali che non siamo più disposti a subire nell’indifferenza generale”.
Sul raid indagano gli agenti della Questura di Lecce.
E.F.