Attualità

Addio all’ “Angiulinu”, simbolo genuino della cucina e dell’accoglienza leccesi

LECCE – Chiunque, passeggiando per le vie del centro storico di Lecce ancor più vicino all’orario dei pasti, poteva avvertire il persistente e inebriante profumo dei suoi piatti e si aveva subito l’acquolina in bocca.

Dopo le scomparse delle ultime settimane di Cosimino Pati e Pippi Nocco, ora la città barocca ha perso a 84 anni Angelo Fiorentino, per tutti “l’Angiulinu”. La notizia si è subito diffusa in città e sui social e in molti hanno voluto dedicargli un pensiero, un ricordo anche con un semplice messaggio di affetto e vicinanza alla sua famiglia.

Da quando, nel lontano 1976, Angelo Fiorentino ha aperto la sua osteria, “Osteria da Angiulinu” appunto, nel pieno centro storico di Lecce in Via Principe di Savoia, vicino Porta Napoli, è diventato con sua moglie sin da subito il punto di riferimento per migliaia di leccesi e turisti. L’oste si è preso cura di tutti riuscendo ad acquistare in poco tempo la fiducia e la stima di quanti hanno apprezzato i piatti della tradizione.

Nella sua osteria si possono senza dubbio assaggiare e gustare alcuni piatti tipici della gastronomia leccese: dai pezzetti di cavallo, alle polpette fatte in casa, ciceri e tria, la parmigiana, un pezzo di pane casereccio e perché no un bel piatto di fave e cicorie proseguendo con le “sagne ncannulate” e  i “municeddhri”,  ovvero le lumache locali di dimensioni medio-piccole.

Ma gli ospiti sono sempre stati subito accolti anche e soprattutto dal sorriso e dall’ inconfondibile parlata del dialetto leccese del proprietario che trasmetteva subito loro amorevolmente un senso di benessere e di “casa”.

   

   Alessandro Baffa

 

 

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