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Morì dopo il primo vagito, tra i 21 indagati anche medici e infermieri

GALATINA – Ventuno persone sono finite sotto inchiesta per la morte del neonato deceduto poco dopo aver emesso il suo primo vagito lo scorso 27 agosto 2020, nell’ospedale di Galatina. Tra gli indagati vi sono i medici e il personale sanitario che hanno assistito la giovane mamma fino al parto cesareo. Rispondono del reato di responsabilità colposa per morte in ambito sanitario.

Secondo l’accusa, le condizioni della donna, così come avrebbero evidenziato i tracciati, non erano infatti preoccupanti e niente lasciava presagire una simile tragedia.

Il padre del bambino sporse una denuncia-querela al Commissariato di Polizia di Galatina. Sul corpo del neonato venne poi eseguita l’autopsia, disposta dalla Direzione sanitaria dell’Asl.

La vicenda rischiò di finire in una bolla di sapone ma il gip Giulia Proto si oppose all’archiviazione dando il via di fatto ad ulteriori approfondimenti.

La Procura di Lecce ha già scelto i suoi professionisti. I due nominativi indicati dall’accusa sono stati resi noti nel corso dell’udienza svoltasì giovedì; quanto prima   inizieranno le operazioni peritali. Si tratta del dottor Urso, medico legale, e della dottoressa Suma, ostetrica. I legali del collegio difensivo si sono invece riservati di nominare i loro consulenti nella prossima udienza.

A sostenere l’accusa è il pubblico ministero Massimiliano Carducci. Del collegio difensivo fanno parte Daniele Montinaro, Daniela Bove, Matteo Candela, Riccardo Marra, Cristiano Solinas, Donato Mellone, Giuseppe Gennaccari e Massimo Marra. I genitori del neonato, invece, sono difesi dall’avvocato Mario Viola

 

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