Cronaca

Gallipoli, abusivi sei parcheggi e un grande locale al servizio dei lidi: sequestrati

GALLIPOLI – Enormi aree parcheggio a pagamento, al servizio di stabilimenti balneari. Sei lotti e anche un locale, ma ricadenti in aree naturali protette e nel parco naturale regionale “Isola di Sant’Andrea e Litorale di Punta Pizzo” e quindi abusivi.

La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Lecce, in collaborazione con la Polizia Provinciale, ha sequestrato i sei lotti di terreno, uno dei quali intestato al Comune di Gallipoli, e il locale, una struttura in legno adibita a bar e risto-pub di un rinomato lido. I terreni, per una superficie di oltre 70mila mq, nel corso delle trascorse stagioni estive, sono stati adibiti a parcheggi temporanei a pagamento, al servizio di alcuni lidi e di locali di intrattenimento, ricadenti lungo il litorale ionico di Gallipoli, tutti in assenza o in violazione dei titoli abilitativi rilasciati dal competente Ente territoriale e dello strumento urbanistico vigente, oltre che delle norme di tutela paesaggistica e ambientale. In particolare, nel corso dell’attività di monitoraggio svolta con l’ausilio della Polizia Provinciale, le fiamme gialle della Compagnia di Gallipoli hanno individuato complessivamente 25 aree, per complessivi 80 ettari, adibite illegittimamente a parcheggi, sei delle quali, come si diceva, vincolate paesaggisticamente o addirittura perimetrate quali siti di interesse comunitario (SIC) e di protezione speciale (ZPS) e inserite all’interno del parco naturale regionale. La struttura in legno al servizio di una spiaggia libera attrezzata della superficie di oltre 2mila mq, è stata sequestrata per violazioni al Codice della Navigazione. A tal riguardo, su richiesta della Procura della Repubblica di Lecce, il Giudice per le Indagini Preliminari ha emesso un decreto di sequestro preventivo che ha riguardato il locale e le aree in questione, affidandole in “giudiziale custodia” al Responsabile dell’UTC di Gallipoli. Le condotte penalmente rilevanti sono al momento attribuite a 39 persone, che sono state denunciate.

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