Politica

Rischio dissesto “differito” a Palazzo Carafa, opposizioni all’attacco

LECCE – Una nuova grana per le disastrate casse comunali di Palazzo Carafa. E’ saltato il termine di un anno di proroga per la presentazione dei piani riformulati in caso di accordo con il Governo per il riequilibrio dei conti economici. Per Salvemini c’è il rischio di un “dissesto differito”.

Nuovo allarme sui conti pubblici del Comune di Lecce. A lanciarlo è stato lo stesso sindaco Carlo Salvemini. In una lettera inviata ai consigliere comunali il primo cittadino leccese ha fatto riferimento al Decreto Aiuti convertito di recente dal governo Draghi.

«L’emendamento Anci sull’articolo 43 – – dice Salvemini – è stato pesantemente corretto nel passaggio al Mef, con esiti un poco incongruenti. Nella sostanza, è saltato il termine di un anno di proroga per la presentazione dei piani riformulati in caso di accordo con il Governo. Si è individuato un criterio diverso: 120 giorni dalla scadenza di presentazione prevista per la presentazione del piano riformulato alla Corte dei Conti». In pratica il Comune avrebbe dovuto presentare il piano riformulato il 29 luglio. Adesso, con il Decreto Aiuti approvato, “quel termine, in caso di accordo con il Governo – fa sapere Salvemini – slitta al 29 novembre 2022, e non, come avevamo richiesto, al 2023». «Il patto con il Governo mi “scuda” per due anni dalla dichiarazione di dissesto – aggiunge il sindaco – Se non riformulo il piano o se la Corte dei Conti decidesse di bocciare il piano riformulato, assisteremmo ad una sorta di “dissesto differito”, un novità assoluta nel nostro ordinamento».

Un’anticipazione pericolosa per le casse di Palazzo Carafa, resa ancora più preoccupante da un altro aspetto. La Ragioneria dello Stato, per il momento, non ha dato il via libera alla richiesta di un contributo di 30 milioni annui per 10 anni, come da richiesta Anci come forma di sostegno agli enti che aderiscono al Patto. “Una richiesta – sottolinea Salvemini – motivata, pur nell’evidente differenza di importi, per garantire parità di riconoscimento ai capoluoghi rispetto alle città metropolitane”.

Una nuova grana per Palazzo Carafa dove ritornano ad aleggiare i fantasmi del dissesto e che dà la stura agli attacchi dell’opposizione. La palese incapacità amministrativa di questa maggioranza sta determinando il collasso dei bilanci, altro che il risanamento – afferma Roberto Giordano Anguilla di Fratelli d’Italia – Dal predissesto siamo sempre più vicini al dissesto, il pareggio di bilancio è una chimera. Alla gravissima carenza tecnica e conoscitiva della materia che la maggioranza Salvemini sta certificando su questo piano, confermata dalle continue e sempre più gravi bocciature della Corte dei Conti, si accompagna il collasso della macchina amministrativa. Sempre meno dipendenti, sempre meno servizi, sempre maggiori tasse. Mai Lecce aveva conosciuto un’epoca tanto difficile. Ai componenti di questa coalizione che, nonostante tutto, hanno ancora l’ardire di rivendicare la bontà del loro operato, va ricordato che nei 20 anni a loro precedenti, per la Corte dei Conti, i bilanci del nostro Ente sono sempre stati in regola e di conseguenza approvati“.

Questa nuova formula del “dissesto differito” è la dimostrazione delle perplessità avanzate dalla minoranza durante il Consiglio comunale del 15 giugno – afferma Gianmaria Greco di Prima Lecce – Era necessario attendere la conversione del decreto Aiuti per comprendere meglio la situazione. Già il documento approvato in consiglio non ci convinceva, in quanto, al di là dell’aumento dell’Irpef dello 0,4% a partire da gennaio 2023, le altre misure individuate erano le stesse inserite nel piano di riequilibrio bocciato sonoramente dalla Corte dei Conti”. “Oggi – conclude Greco – il futuro che si prospetta non è certamente roseo, ma dobbiamo attendere con fiducia il pronunciamento del 14 settembre e sperare che il ricorso del comune vada a buon fine e scongiurare un esito che sarebbe devastante per la città”.

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