LECCE – Resterà ai domiciliari l’ex assessore all’Ambiente di Palazzo Carafa Andrea Guido, per il quale la misura cautelare è scattata lo scorso 20 aprile, a seguito di un’inchiesta della DDA di Napoli sugli affari del clan camorristico dei Moccia, estesi anche a Lecce. Affari che Guido è accusato di aver agevolato.
La decisione è stata assunta nelle scorse ore dal Tribunale del Riesame di Napoli che, contestualmente, ha anche confermato l’aggravante della finalità mafiosa del suo operato. Per quest’ultima i fatti contestati risalgono al 2017. Nelle vesti di assessore all’Ambiente avrebbe – stando alle indagini – ricevuto 2.500 euro in contanti dal clan, in cambio dell’affidamento del servizio di raccolta dell’olio alimentare esausto (a Lecce e in altri Comuni) alle imprese di Francesco Di Sarno, considerato braccio operativo economico del clan Moccia.
Accuse che Guido – in sede di interrogatorio, il 26 aprile scorso – ha categoricamente rigettato, sostenendo di non aver mai ricevuto denaro o pressioni di alcun genere, avendo per giunta subito chiarito la presenza di un contratto in essere per il servizio, nell’unico incontro avuto in un bar con mediatori del sodalizio mafioso.
Le motivazioni della decisione del Riesame saranno depositate entro 45 giorni. I legali difensori di Guido, gli avvocati Ivan Feola e Andrea Sambati, alla luce di queste ultime valuteranno se presentare ricorso in Cassazione. In quel caso – fanno sapere – si procederebbe con ulteriori indagini difensive al fine di escludere l’aggravante mafiosa, così come avvenuto per Giuseppe D’Elia, presunto intermediario nello scambio di denaro con il clan e per il quale gli arresti domiciliari sono stati confermati, ma non la contestazione di aver agevolato il clan.
Nei giorni scorsi era stata invece annullata l’ordinanza di custodia cautelare per il politico barese Pasquale Finocchio.
E.Fio