Cronaca

Scacco al clan, le intercettazioni: “Ci prendiamo tutta Lecce e tutto il Salento”

LECCE\NAPOLI – Dipinta come una città da espugnare, Lecce per il clan Moccia nel 2017 era diventata un’ossessione. Nelle intenzioni avrebbe dovuto essere la conquista chiave: da lì – a dire degli affiliati operativi in questo territorio – le porte sarebbero state facilmente aperte in tutto il Salento.

Nell’ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari, Maria Luisa Miranda, le mire espansionistiche e ambiziose del clan sono delineate in modo cristallino.

Nell’accusa di corruzione mossa nei confronti di Andrea Guido, all’epoca dei fatti assessore all’Ambiente di Palazzo Carafa, sono chiamati in causa Francesco Di Sarno (braccio operativo economico del Clan Moccia), Mario Salierno e Giuseppe D’Elia, quest’ultimo originario di Novoli, responsabile del trasporto rifiuti per il territorio di Lecce in qualità di dipendente di una srl tarantina. A lui il clan avrebbe affidato il ruolo di mediatore per i propri interessi tra Lecce e provincia.

“Il 19 aprile 2017 – si legge nelle carte dell’inchiesta – emergeva la figura dell’assessore con cui stipulare patti illeciti “Per prendersi tutta Lecce”.

Francesco Di Sarno e Mario Salierno, intercettati, dibattono sugli affari da estendere sul capoluogo di provincia. Salierno dice: “ho mandato un messaggio a Francesca, che domani tiene l’appuntamento con l’assessore a Lecce (…) Lecce, per prendere Lecce” rimarca.

Il giorno dopo, sempre stando a quanto emerso dalle indagini, l’incontro con l’assessore sarebbe di fatto avvenuto.

In una conversazione tra Salierno e una terza persona, il primo stila poi un resoconto del colloquio tenuto con Guido, al quale il braccio destro dei Moccia avrebbe anche preannunciato supporto in campagna elettorale. Aspetto che – a dire di Salierno – lo avrebbe ingolosito.

A quel punto i sodali entrati in azione non intendono farsi sfuggire l’occasione. Di Sarno dice a Salierno: “Diglielo a questo assessore che glieli facciamo noi i volantini! Fatti dare un campione, glieli facciamo noi!“. Lo stesso Di Sarno rimarca poi che l’affare su Lecce non deve ridursi a “pochi spicci”. Salierno a quel punto lo rassicura: “Tu ti prendi tutta Lecce – dice – hai capito che ci vuole una cisterna al giorno a Lecce!“. Poi aggiunge: “mi ha detto – riferendosi a D’Elia, intermediario locale nella trattativa – che per quanto riguarda Lecce, automaticamente se resta questa giunta qua, noi stiamo dentro!

Di Sarno, come si evince da una successiva conversazione, ne è convinto: prendersi tutta Lecce poteva dirsi un gioco fatto. Di più: “Io penso che entro la fine dell’anno ci prendiamo proprio tutto il Salento” aggiunge. A monte di questa certezza, secondo gli inquirenti, vi sarebbero due elementi: altri contatti intercettati dal clan in loco o in fase di intercettazione e poi i contanti consegnati personalmente al politico leccese.

Scalzare la concorrenza o trascinarla dalla propria parte: per il clan erano queste le uniche due alternative possibili. Il monopolio, partendo dai rifiuti, doveva essere indiscusso e indiscutibile.

E.F.

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