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Prodotti agricoli: cresce l’export Made in Puglia

PUGLIA – Balzo in avanti dell’export di prodotti agricoli Made in Puglia del 6,5%, con più ortofrutta sbarcata in Germania con un aumento del 4%, ma il risultato è ora messo a rischio dal traumatico aumento dei costi di trasporto con picchi del +51% trainati dal prezzo dei carburanti e dalla carenza di infrastrutture e snodi commerciali in Italia. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti Puglia, su dati Istat Coeweb, in occasione della Fruit Logistica 2022 di Berlino, la principale fiera internazionale di settore, dove la Puglia si presenta forte dell’aumento delle esportazioni dei prodotti ortofrutticoli, ma perde nel 2021 il 37% di scambi con l’estero di frutta e ortaggi lavorati e conservati.

La guerra in Ucraina e rincari energetici spingono l’aumento dei costi correnti per la produzione della frutta a +51% – aggiunge Coldiretti Puglia – ma si sale addirittura al 67% per l’ortofloricoltura con un impatto traumatico sulle aziende agricole.

In questo scenario l’impennata dei prezzi dei carburanti – continua Coldiretti regionale – rischia di scatenare una tempesta sui costi della logistica con la Puglia che paga il gap delle infrastrutture non ancora adeguate per il trasporto merci rispetto ai concorrenti degli altri Paesi. In Italia il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 euro al chilometro, più alto di nazioni come la Francia (1,08 euro/chilometro) e la Germania (1,04 euro/chilometro), ma addirittura doppio se si considerano le realtà dell’Europa dell’Est: in Lettonia il costo dell’autotrasporto è di 0,60 euro al chilometro, in Romania 0,64 euro/chilometro; in Lituania 0,65 euro/chilometro, in Polonia 0,70 euro/chilometro secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga.

La crisi colpisce direttamente imprese e famiglie con l’ortofrutta che è – sottolinea Coldiretti regionale – la prima voce di spesa per una media di oltre 105 euro al mese, con una inversione di tendenza nei consumi che si sono ridotti del 3% per un quantitativo totale che è sceso a 5,9 milioni di tonnellate lo scorso anno.

Uno scenario preoccupante per il settore ortofrutticolo pugliese che – spiega Coldiretti regionale – oltre al mercato consolidato in Germania, si è imposto in Tunisia, Francia, Polonia, Regno Unito e Svizzera, oltre a Benelux, Scandinavia, Spagna, Albania, Grecia. In particolare ha numeri da record su pesche, uva da tavola e agrumi per quanto riguarda la frutta, mentre nelle produzioni ortive su lattughe, fave, carciofi e pomodori da industria.

Ancora bassa invece la capacità di esportazione nelle Americhe, in Cina, in Russia, in Giappone, tema su cui impattano problematiche di conservazione degli alimenti, complessità logistica e lontananza dei mercati.

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