Attualità

Xylella, due anni di attesa per i primi aiuti ai reimpianti

LECCE- Gli agricoltori salentini messi in ginocchio dalla xylella hanno dovuto aspettare due anni perché la Regione sbloccasse i primi fondi per i reimpianti. Solo l’8 marzo scorso è stata data attuazione al decreto interministeriale del marzo 2020.

 

 

Due anni fa veniva approvato e finanziato il “Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia”, con il decreto interministeriale n. 2484 del 6 marzo 2020. Ma il primo provvedimento di concessione degli aiuti relativi al “rimpianto di olivi in zona infetta” (previsto dall’articolo 6 del decreto interministeriale del 2020) è stato pubblicato solo l’8 marzo scorso, esattamente due anni dopo. La determina è la n. 116, a firma del dirigente della sezione Gestione sostenibile e Tutela delle risorse forestali e naturali del Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia.

Ci sono voluti due anni per dare effettivo avvio ai reimpianti degli ulivi infetti da xylella fastidiosa, indispensabili per la rigenerazione del territorio salentino devastato dal batterio. Una paralisi amministrativa denunciata più volte dalle associazioni di categoria agricole. Il 26 gennaio scorso la Coldiretti aveva scritto all’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, definendo “ingiustificabili” i ritardi sull’istruttoria delle circa 600 domande singole per l’espianto e il reimpianto degli ulivi salentini essiccati dalla xylella. Veniva anche contestata la scelta di dare priorità all’istruttoria delle domande collettive, peraltro completata solo a metà (400 istanze esaminate su oltre 800 presentate). Anche sulle pratiche per la tutela degli ulivi monumentali e secolari – denunciava la Coldiretti – non era stato dato seguito ai pagamenti delle 94 domande inserite nella graduatoria pubblicata a luglio 2021, per complessivi 2,8milioni di euro.

Tutto fermo, dunque, o quasi, con rimpalli di responsabilità tra Regione e Ministero, lungaggini burocratiche dovute anche all’annosa e irrisolta penuria di personale dell’Assessorato all’Agricoltura pugliese. A farne le spese, gli olivicoltori salentini colpiti da una strage che ha lasciato il deserto in molte e vaste aree del Salento ed ha azzerato la loro fonte di reddito, prosciugando anche i risparmi di una vita e le prospettive di rinascita. Senza reimpianti, il terreno resta improduttivo e s’inaridisce, e viene meno un tratto distintivo e identitario delle campagne salentine tanto amate dai turisti, con il verde degli ulivi a fare da sfondo all’azzurro del mare. Agricoltura, turismo ed economia sono allo stremo, mentre la rigenerazione promessa è ferma al palo della burocrazia.

 

Mariella Vitucci

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