LECCE E PROVINCIA – “La cronica riduzione di personale -attuata soprattutto nel Mezzogiorno- si ripercuote sull’allungamento delle code fuori dagli uffici postali, mentre l’ottimizzazione dei costi sull’approvvigionamento di denaro produce i suoi effetti negativi sui pensionati e i cittadini che, dopo aver sostenuto estenuanti file fuori dall’ufficio, corrono il rischio concreto di non riscuotere l’assegno per mancanza di liquidità”. A questo si aggiunge l’informatizzazione della “gestione attese” che predilige le prenotazioni on-line, per cui chi è in coda non sa mai quando e se potrà essere servito.
Questo denuncia la cetegoria dei postali che, in provincia di Lecce, hanno avviato una mobilitazione che sfocia nello sciopero delle prestazioni straordinarie dal 1° al 28 Febbraio. Lo scopo è, come spiegano i sindacati promotori Slc-Cgil, Uil-Poste e Failp-Cisal, far emergere la cronica carenza di personale sul territorio salentino.
“Una condizione già molto difficile, legata a una politica di costi e ricavi che, noncurante dei disagi provocati, (soprattutto alle fasce sociali più deboli), opera esclusivamente per produrre maggiori introiti a vantaggio degli azionisti” dicono. “Negli ultimi tempi, per i clienti di Poste Italiane è diventato sempre più difficile effettuare operazioni presso un qualunque ufficio postale. Ancor peggior sorte spetta ai pensionati per i quali, nonostante i giorni di scadenza stabiliti, diventa un’impresa riscuotere la pensione allo sportello. Ricordiamo che Poste Italiane è la più grande azienda a rete nazionale, il cui azionista di maggioranza è lo Stato: ha una missione e uno scopo sociale; non può quindi sacrificare sull’altare del profitto la sua vocazione principale di solidarietà verso le classi più deboli e bisognose”.
Da martedì, dunque, sono possibili disagi per l’utenza.
