BRINDISI – La sanità pubblica brindisina rischia la paralisi in quanto non riesce più a fronteggiare la situazione determinata dal numero in forte crescita di contagiati. Stamattina al drive-in dell’ospedale Perrino di Brindisi erano incolonnate centinaia di autovetture di persone a cui è stato chiesto di sottoporsi a tampone molecolare. Per tutti la fila di ore, senza avere la possibilità di usufruire di servizi igienici e soprattutto senza un minimo di assistenza, anche per un semplice bicchiere d’acqua.
A Mesagne, invece, nell’ospedale post-covid la situazione è divenuta insostenibile per il personale. Le unità lavorative sono sempre di meno e non si riesce a coprire i turni per assistere i pazienti ricoverati per superare la fase successiva al contagio.
La crisi riguarda, in particolare, infermieri ed oss che da soli, uno per turno, devono fronteggiare tutte le esigenze del reparto. Una carenza di personale determinata da trasferimenti di unità mai rimpiazzate e purtroppo anche da operatori deceduti e non sostituiti.
Gli appelli lanciati fino ad oggi non hanno sortito alcun effetto e si va avanti solo per il grande senso di responsabilità di chi oggi è assegnato a quel servizio.
Attualmente ci sono dieci pazienti, ma la curva dei contagi fa prevedere un aumento considerevole di questo numero ed è necessario attrezzarsi per tempo.
Da qui l’appello che i diretti interessati lanciano ai vertici dell’Azienda Sanitaria Locale affinché il post-covid del “Camillo De Lellis” non continui ad essere abbandonato a se stesso.
Mimmo Consales
