SALENTO – «Spostare di circa tre chilometri le cento pale da 275 metri di altezza del parco eolico marino galleggiante più grande al mondo, progettato al largo delle costa fra Otranto, Santa Cesarea Terme e Castro: è questo il grande “sforzo” della società proponente, Odra Energia, per vincere le resistenze del territorio salentino contro questo mega insediamento off shore. Siamo scesi in campo con una grande manifestazione condivisa e partecipata, abbiamo urlato il nostro no a questo ennesimo ecomostro, abbiamo presentato una mozione che impegna la Regione a fare muro insieme al territorio. E non siamo disposti a fare un passo indietro. Abbiamo alzato le barricate contro l’ennesimo attacco alla bellezza del Salento, diventato terra di conquista delle multinazionali delle energie rinnovabili, ribandendo che rinnovabile non vuol dire pulita, e che le parole “green” e “transizione energetica” non possono diventare il lasciapassare per distruggere il patrimonio paesaggistico che abbiamo ereditato e che abbiamo il dovere di preservare.
La società dichiara di voler “minimizzare l’impatto visivo tipico degli impianti a terra”, e vorrebbe sminuire anche il pugno nell’occhio di un esercito di pale galleggianti piazzato sulla linea dell’orizzonte, ad ingombrare un panorama marino fra i più suggestivi al mondo. Cerca anche di indorare la pillola facendo balenare prospettive di sviluppo per il territorio, quando invece l’economia turistica che è il suo settore trainante ne subirebbe un danno inestimabile, uno sfregio permanente. E non solo in mare ma anche a terra, visto che il punto di connessione con la rete elettrica nazionale è stato previsto in località La Fraula a Santa Cesarea Terme, altro luogo meraviglioso che rischia di essere sfigurato. Senza dire dei rischi ambientali per un ecosistema marino già fragile, da preservare come un tesoro senza infliggergli uno stress così immane.
Odra Energia sottolinea di aver previsto l’allontanamento pale del 30% dalla costa rispetto al progetto iniziale, ma parliamo di una distanza minima di soli 12,8 chilometri. La barzelletta delle simulazioni dai punti di osservazione del Capo d’Otranto, di Castro Marina, di Tricase e di Santa Maria di Leuca, che mostrerebbero un’altezza percepita delle pale più vicine alla costa pari a 1,4 centimetri, è un’offesa alla nostra intelligenza che rispediamo al mittente. Noi quelle pale non le vogliamo, vogliamo poter continuare ad ammirare la linea dell’orizzonte spingendo lo sguardo senza ostacoli fino alle montagne dell’Albania nei giorni più limpidi. Il mare è nostro e non si tocca. Non permetteremo che venga ingombrato da un obbrobrio galleggiante e non ci lasceremo abbindolare da nessun aggiustamento progettuale. Sulla bellezza del nostro mare non siamo disposti a trattare».