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Leuca, il comandante del peschereccio siciliano si difende: “Accuse ingiuste, siamo in regola”

LECCE – Il peschereccio siciliano, accusato dai pescatori locali di fare razzia nel mare di Leuca, si difende. Il comandante, con una nota stampa diramata in mattinata, rigetta tutte le accuse mosse nei suoi confronti fino ad ora e replica, punto per punto, a quanto gli è stato contestato.

Di seguito la nota integrale:

“Il capitano del motopesca Eva intende chiarire la propria posizione rispetto all’esercizio dell’attività  professionale di pesca mediante l’utilizzo di reti da circuizione previsto dall’art.4 del DPR 1639/1968, svolta  nei giorni precedenti nei mari del Salento.
Il comandante del motopesca precisa che l’attività di pesca è sempre avvenuta nel pieno rispetto di quanto  previsto dagli artt. 4 e seguenti del DPR 1639/1968 per l’esercizio della pesca professionale del cianciolo ed  i controlli hanno sempre confermato il pieno rispetto delle regole ed il mancato uso di apparecchiature
illegali.

Il comandante è dispiaciuto del fatto che in alcuni giornali online sono stati inseriti dei video e delle  immagini non riconducibili al proprio motopesca, o battute di pesca allo stesso non riconducibili, senza chiarire talvolta la circostanza che, invero, si trattasse di immagini di repertorio, contribuendo in tal modo
ad incrementare il disappunto ed il malcontento dei pescatori pugliesi. Pertanto, chiede la rimozione dei citati video e immagini e/o il chiarimento che si tratti di immagini di repertorio.

Il comandante del motopesca come CITTADINO ITALIANO è dispiaciuto di leggere sui giornali termini come mattanza, “Incetta”, “depredare”, “razzia” da parte di un peschereccio siciliano che si limita, nel pieno esercizio dell’attività di pesca professionale e dei permessi, a svolgere in acque territoriali italiane, con
enormi sacrifici, ciò che è consentito dallattuale legislazione italiana proprio nel MARE NOSTRUM, concetto più ampio di Mare Siciliano o Mare Pugliese.

Il comandante del motopesca ha subito in questi giorni numerose contestazioni, pur lavorando nel pieno rispetto delle regole e pur svolgendo con grande difficoltà e sacrificio un lavoro che gode della tutela della Nostra Costituzione.

Il Comandante, pur potendo svolgere l’attività di pesca nella zona di Leuca, aveva raggiunto a seguito delle proteste e dei successivi chiarimenti, al fine di evitare tensioni, dissapori e per quieto vivere un “accordo” di spostarsi da quel tratto di mare, ma di non lasciare la Puglia. Purtroppo, pur spostandosi a dieci miglia da
Leuca ha subito delle turbative durante l’esercizio di attività di pesca anche mediante l’uso di apparecchiature laser e/o appostamenti.

Il Comandante precisa che il rientro a Leuca è stato determinato, esclusivamente, da un guasto al motore del motopesca, ma non è disposto a rinunciare all’attività di pesca ed essere “cacciato” dalla Puglia e tutelerà in tal caso nelle opportune sedi il suo buon diritto.

Auspica il comandante che si possa tornare ad un clima sereno e che magari ci possano essere interventi a sostegno di chi onestamente e con sacrificio cerca di lavorare contribuendo nel proprio piccolo alla crescita del Nostro Paese, considerato che l’attività di pesca con la tecnica del cianciolo e l’uso di reti da circuizione
è stato preventivamente valutato dagli Organi Competenti rispetto ad eventuali impatti ambientali”.

Il comandante del motopesca Eva

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