BRINDISI- L’Enel si appresta ad ufficializzare i tempi di dismissione della centrale di Cerano, sulla base del processo di decarbonizzazione ormai in atto e che dovrebbe concludersi entro il 2025. Di recente l’azienda elettrica ha annunciato di voler costruire un solo gruppo a turbogas rispetto ai due inizialmente previsti e di voler puntare alla realizzazione di un enorme campo fotovoltaico sulle aree oggi interessate dalla stessa centrale e sui terreni circostanti il nastro trasportatore che attraversa per 14 chilometri le campagne del Brindisino per collegare il porto alla centrale.
Se si dovesse realizzare questo progetto le ripercussioni occupazionali ed imprenditoriali per Brindisi risulterebbero drammatiche, tanto più perché verrebbe meno anche qualsiasi ipotesi di riutilizzo delle strutture attualmente impiegate per il carbone per creare strutture logistiche al servizio del porto.
L’Enel, in ogni caso, adesso vuole illustrare i suoi programmi al Comune di Brindisi, ma la sede individuata è quella della conferenza dei capigruppo che si svolgerà giovedì prossimo a porte chiuse. Lontano, cioè, dal mondo sindacale, delle associazioni di categoria e delle organizzazioni ambientaliste.
Da qui la protesta di alcune forze politiche e del sindacato Cobas che proprio per giovedì ha annunciato un sit-in davanti a Palazzo di Città durante l’incontro con Enel.
L’azienda è sotto accusa per la sua scelta di defilarsi lentamente ma progressivamente da Brindisi. Ma si protesta anche nei confronti del Comune che continua a tergiversare nell’assumere decisioni forti contro Enel e Governo.
Brindisi, insomma, secondo i Cobas è all’anno zero e non è neanche in grado di proporre delle strategie compiute per intercettare i fondi europei ancora disponibili per processi di riconversione industriale. Da qui la richiesta di scendere in piazza, a Brindisi come a Bari ed a Roma, per difendere questo territorio.
Mimmo Consales