SALENTO – Le vacanze estive al mare spesso fanno rima con punture di medusa. In sostanza quando l’acqua è calda, come nel Mediterraneo. In Italia, gli scienziati hanno elencato più di 200 specie di meduse, alcune delle quali pungono e possono avvelenare gli esseri umani. In estate le meduse invadono le spiagge e le acque dei mari e degli oceani, particolarmente calde. Le punture di medusa sono in aumento perché in Italia sono sempre più numerose. Il tonno, il suo principale predatore, sta diventando sempre più raro nel Mar Mediterraneo, vittima della pesca eccessiva. Dunque anche nel mare che bagna il basso Adriatico torna l’allarme meduse, complice il caldo. A segnalare una forte presenza i bagnanti. Ma nulla di preoccupante o di allarmante. Di certo la presenza di meduse nel Mar Mediterraneo negli ultimi anni è cresciuta in maniera quasi esponenziale. Si calcola che siano addirittura decuplicate negli ultimi dieci anni. E le nostre coste non ne sono rimaste indenni. Da Torre Rinalda fino a Santa Maria di Leuca, passando per San Cataldo, San Foca, Otranto, Santa Cesarea Terme, Castro, Tricase il coro è unanime: nel mare Adriatico (ma anche in misura molto inferiore sullo Jonio) si registrano numerosi avvistamenti di questi organismi tanto da alimentare un diffuso e comunque ingiustificato allarme tra i bagnanti. Non è difficile imbattersi in questi esseri mentre si fa il bagno anche in acque poco profonde. A favorire la riproduzione di questi organismi sono soprattutto le più alte temperature dell’acqua. Certo, ci sono le meduse pericolose e ci sono quelle del tutto innocue. Per fortuna sul litorale Adriatico sguazzano felicemente tranquilli esemplari che non recano particolari problemi all’uomo: chi subisce, suo malgrado, una puntura da parte di questi organismi gelatinosi può correre ai ripari con piccoli e veloci cure e accorgimenti sanitari. Non dobbiamo, dunque, parlare di emergenza, ma di un fenomeno normale che si ripete ogni anno e che richiede solo qualche piccola attenzione perché le conseguenze dei contatti con questi organismi solo rare a volte richiedono l’intervento dei sanitari o la corsa al Pronto Soccorso. Nel caso di un incontro ravvicinato con le meduse, sono sufficienti poche ma utili regole: non strofinare bocca e occhi; non lavare con acqua dolce la parte colpita; usare acqua di mare e disinfettare con bicarbonato di sodio; non usare ghiaccio a diretto contato con la ferita; non grattare la zona ustionata (si accelera la sostanza tossica); evitare impacchi con aceto o ammoniaca e anche l’uso di alcool: rimuovere i frammenti dei tentacoli della medusa con pinzette (se il tentacolo è visibile) o anche una tessera magnetica; il rimedio migliore è un gel astringente al cloruro d’alluminio.
Duplicata la presenza di meduse nel Salento, ma nessun allarme
