BRINDISI- Sul litorale nord di Brindisi ci sono stabilimenti balneari posti sotto sequestro e poi abbandonati. Non basta apporre i sigilli per risolvere i problemi. Occorrono provvedimenti consequenziali
Gli incendi verificatisi domenica scorsa hanno riproposto con forza il problema del litorale nord di Brindisi. Al degrado determinato dalla presenza di erbacce e rifiuti abbandonati si aggiunge il non meno preoccupante fenomeno degli stabilimenti balneari che negli anni sono stati sottoposti a sequestro e poi lasciati in uno stato di completo abbandono.
E’ il caso del lido del villaggio Acque Chiare, posto sotto sequestro (insieme al villaggio) ben dodici anni fa. Da quel momento non si è mossa una foglia e gli unici a frequentarlo sono stati ladri e teppisti che lo hanno depredato di ogni cosa riutilizzabile. Oggi, pertanto, rappresenta un rischio serissimo per i bagnanti che si avventurano in quella zona.
E che dire, poi, dell’ex lido della Provincia. Al sequestro, avvenuto tanti anni fa non ha fatto seguito l’abbattimento delle cabine e di altri immobili, con la conseguenza che viene utilizzato da pochi intimi, i quali si sono impossessati di quell’area. Il tutto, nonostante a poca distanza ci sia un canale con i conseguenti vincoli idrogeologici.
Il sequestro di Lido Sant’Anna e del lido Arca di Noè è molto più recente, ma non ci sono indicazioni su ciò che potrà avvenire in quelle aree di litorale nei prossimi anni.
Il tutto, in aggiunta alle tante case abusive poste sotto sequestro e poi divenute dei ruderi che deturpano il litorale.
Un motivo in più perché ci si cominci a porre seriamente il problema del futuro di questo litorale, anche a prescindere dagli strumenti urbanistici che prima o poi dovranno essere adottati.
Mimmo Consale
