SAN CATALDO – La lunga e affascinante storia del Porto di Adriano è tutta racchiusa qui: in questa porzione di spiaggia della marina di San Cataldo che fa da scrigno ad un sito archeologico ancora tutto da scandagliare. La visuale dall’alto è mozzafiato ed è con “Terre del Salento”, sorvolando questo storico punto d’incontro tra Lecce e il mondo, che vi abbiamo raccontato quanto si nasconda sotto a queste acque cristalline.
Il porto di Adriano, ha spiegato l’archeologo Francesco D’Andria, è solo un tassello di un sistema più ampio, che merita un progetto di recupero e valorizzazione complesso e approfondito.
Dopo la mobilitazione di cittadini e associazioni e il pressing in consiglio regionale, un progetto di recupero è stato annunciato nei giorni scorsi dalla Soprintendenza di Brindisi e Lecce.
È un lavoro suddiviso in due fasi. La prima, già conclusa, ha riguardato l’apposizione di puntelli provvisori e posa in opera di sacchi di sabbia per arginare il moto ondoso. La seconda fase, invece, deve essere ancora avviata: prevede la realizzazione di opere a mare per frenare l’erosione che determina il dissesto statico della banchina portuale.
L’intervento di restauro, per mancanza di fondi, non potrà interessare anche le strutture di realizzazione più recente: le scritte spray, frutto di un assalto vandalico, al momento resteranno.
Quello che si auspica, è invece, un intervento non solo conservativo. Ma di recupero a tutto tondo. Il grande sogno è di ricostruire il molo.
Serve dunque lo sforzo corale delle istituzioni, a livello centrale e locale, stanziando risorse economiche congrue e mettendo in campo capitale umano qualificato. Tema affrontato anche in Commissione Cultura in Consiglio Regionale, su richiesta del Consigliere Pagliaro, alla presenza di tutti gli attori istituzionali chiamati in causa e delle associazioni locali da sempre impegnate a salvaguardia del patrimonio storico, artistico e culturale.
