LECCE – La vecchina più dolce lascia, suo malgrado, un bilancio al carbone. La calza, in questa strana Epifania rossa, torna soltanto in una casa su tre. E a soffrire sono centinaia di attività salentine, tra aziende di trasformazione delle materie prime del settore dolciario e attività di vendita al dettaglio, incluso il commercio ambulante.
Più nel dettaglio nel Salento sono 7 le attività che producono cacao, cioccolato, camarelle e confetti, 56 quelle dedite alla produzione di prodotti di pasticceria conservati e ben 1.022 quelle addette alla produzione di pasticceria fresca.
I dati emergono dall’indagine condotta da Davide Stasi, responsabile dell’Osservatorio Aforisma.
A queste attività si aggiunge inoltre il commercio ambulante che conta ben 151 bancarelle dedicate alla vendita di alimenti e bevande, tra cui caramelle e cioccolatini.
Limitatissimo lo spazio lasciato ai festeggiamenti dalla pandemia in corso e dalla stretta normativa anti-contagio che consente di ricevere al massimo due ospiti in casa e di spostarsi solo una volta al giorno per raggiungere una sola abitazione di amici o parenti. Poco spazio dunque allo scambio di regali e pensieri golosi. Il giorno più dolce dell’anno partorisce l’ennesimo bilancio amaro per il tessuto economico.