LECCE – Sono le 22 di venerdì e la città di Lecce è deserta. Scatta il coprifuoco che mette a dormire la città. Il bacio della buonanotte è amaro, amarissimo. Ma al momento è l’unica strada individuata dal Governo per contenere l’avanzata, serrata, di un nemico invisibile.
C’è il barocco sonnecchiante, attraversato e destato soltanto dalle pattuglie che presidiano la città, per assicurarsi che nessuno metta piede fuori di casa se non per i motivi previsti per Legge.
Lì dove ogni venerdì la movida la fa da padrona, non c’è più nessuno. Di fatto questo primo week-end scandito dal coprifuoco rappresenterà un banco di prova importante. Se la consegna a domicilio, con cui qualcuno ha scelto di reinventarsi, non dovesse decollare, i locali sarebbero pronti a stopparsi del tutto, in attesa che la situazione migliori.
E se il primo lockdown appariva, fino a qualche giorno fa, un ricordo lontano e pronto ad essere archiviato, ecco che allo scoccare delle 22 quel silenzio, quel buio, quelle saracinesche abbassate, concedono il bis.
È l’estate di San Martino più “raggelante” che si sia mai vista.
E.Fio