LECCE – Un giovane stagista “molto educato, a modo, silenzioso, introverso” tanto da attirare le carinerie dei veterani dell’ospedale. Questo era Antonio De Marco al Fazzi, questo racconta chi ha lavorato a stretto contatto con lui, salvo poi riscoprirlo come il presunto responsabile di un omicidio efferato, premeditato, pianificato al dettaglio e da tempo.
Il 21enne, si diceva, era uno stagista nel nosocomio leccese ed è lì che in serata è stato prelevato dai carabinieri. Chi ha assistito alla scena racconta: “All’arrivo dei militari è caduto per terra, poi è scoppiato a ridere e ha continuato. In quel momento non abbiamo capito più nulla”.
Soltanto qualche giorno fa, venerdì per l’esattezza, De Marco ha partecipato ad una cena di compleanno con un gruppo di lavoratori dell’ospedale: “ha ballato anche in pista” raccontano, come se nulla fosse. Qualcuno ha persino chiacchierato con lui sull’omicidio, dacché da quel tragico lunedì non si parla d’altro. “Lui – riferiscono – ascoltava la conversazione, ma senza parteciparvi attivamente, quasi non volesse condividere la sua opinione in merito”.
Insospettabile, rispettoso dei ruoli, quasi sempre sulle sue: il fermo del 21enne, che in settimana ha continuato regolarmente a svolgere il tirocinio, lascia incredulo chiunque nei mesi scorsi abbia condiviso con lui anche un semplice caffè alla macchinetta.
ERICA FIORE
https://youtu.be/CChYnxX92cY