SALENTO- I pediatri italiani sono stati messi in allerta: nelle zone più colpite dal Covid-19 , bergamo per esempio, crescono i casi di bambini affetti da sindromi infiammatorie. I numeri sono complessivamente bassi ma questi sintomi sono da tenere sotto controllo perché potrebbero essere legati al coronavirus. Il 24 aprile il professore Angelo Ravelli, pediatra e segretario del gruppo di studio di Reumatologia della Società italiana di pediatria, ha scritto una lettera indirizzata ai colleghi, preoccupato per il crescente numero di bambini, generalmente sotto i due anni, affetti dalla malattia di Kawasaki, ovvero tra quelle riscontrate dai pediatri inglesi sui bambini ricoverati per Covid-19.
Cos’è la malattia di Kawasaki? Si tratta di un’infiammazione acuta dei vasi sanguigni. I sintomi sono arrossamenti cutanei e degli occhi e febbre, labbra screpolate, ma anche macchie simili a quelle provocate dal morbillo. Cosa hanno notato i pediatri? Un’ elevata incidenza di queste forme in zone del nord italia dove la diffusione del coronavirus è forte: l’associazione tra tampone positivo e questo tipo di infezione suggerisce che l’associazione non sia casuale. Se c’è la presenza del virus inoltre la malattia si aggrava e l’infezione risulta più resistente alle normali terapie. Quindi l’insorgenza di una malattia di Kawasaki nei bambini è da tenere sotto stretto controllo perché potrebbe essere legata alla presenza del virus.
La società dei pediatri sta mettendo a punto uno studio proprio su questo per avere una mappa completa di quanto sta accadendo in Italia. La buona notizia è che, al momento nel Vito Fazzi di Lecce non si sono registrati casi di questo tipo. Tutti i bambini che vengono ricoverati, anche per ragioni di sicurezza, vengono sottoposti al tampone. Anche perché eruzioni cutanee e macchie rosse sono molto frequenti. Solo una ragazzina di 15 anni è risultata positiva al covid ed è stata ricoverata nel reparto di malattie infettive. Aveva però sintomi diversi.