Attualità

Perrino, operativa da oggi la nuova terapia intensiva

BRINDISI – È operativo da questo giovedì mattina il nuovo reparto di terapia intensiva costruito all’esterno dell’ospedale Perrino di Brindisi e che metterà a disposizione 14 stanze a due letti, per un totale di 28 posti in più. Pensato in previsione di un’ondata massiccia di contagi, al momento della sua apertura non ha accolto nessuno. Di fatto fino ad ora, fortunatamente, in ospedale sono stati ricoverati molti meno pazienti del previsto.

L’annuncio della consegna dei lavori del nuovo modulo è arrivata la scorsa settimana per bocca del direttore generale della Asl, Giuseppe Pasqualone. In queste stesse ore volgono al termine anche i lavori di potenziamento della terapia sub intensiva nel reparto di Pneumologia di Ostuni: i posti letto aumenteranno da 11 a 20, con camere a pressione negativa. Prossima anche l’inaugurazione della Casa della salute di Cisternino, che ospiterà fino a 24 pazienti post Covid.

Quella del Brindisino è la terza zona più flagellata di tutta la Puglia. Tornando al Perrino, però, sono soltanto tre i pazienti ricoverati in terapia intensiva ad oggi. Dunque la situazione, sul fronte ricoveri, è di gran lunga sotto controllo.

Il nosocomio, come è noto, è stato individuato come ospedale Covid per la presenza dei reparti di Terapia intensiva, Pneumologia e Malattie infettive. Era l’unica scelta possibile in provincia di Brindisi. “Per quanto riguarda i percorsi -ha spiegato il direttore sanitario – abbiamo dato indicazioni precise relative anche al personale, che deve essere dedicato ai singoli reparti. Per garantire le sostituzioni e assicurare il ricambio, abbiamo assunto medici e infermieri. Tutte decisioni assunte da una task force composta dalla direzione sanitaria, dal coordinatore dei distretti socio sanitari, dal coordinatore dei presidi ospedalieri, la direzione medica degli ospedali e la direzione del Servizio 118”.

Intanto tra gli operatori resta comunque il malcontento per la sospensione dei tamponi a tappeto, così come disposto dalla Regione di concerto con il dipartimento Sanità. Aspetto questo smentito, però, ai nostri microfoni dallo stesso Direttore Generale che, di contro, ha annunciato un percorso di screening riservato al personale ancora più serrato e capillare.

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